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Oggi in Svizzera

Care svizzere e cari svizzeri all’estero,

mentre vi scrivo, qui a Lugano splende un bel sole e la temperatura si è fatta mite. Sento dalla mia finestra il vociferare felice di bambini che stanno giocando. Niente a che vedere con quanto è successo questa notte, soprattutto a est e a nord della Svizzera.

Le regioni citate sono state colpite da forti raffiche di vento che hanno raggiunto i 150 km/h sul Moleson nelle Alpi friburghesi. Ma il vento è stato impetuoso anche nella Svizzera centrale: nel canton Zugo si sono registrate folate di 118 km/h.

Domani, secondo MeteoSvizzera, il vento dovrebbe tornare a placarsi. Intanto, in attesa, vi auguro una buona lettura.

Questo contenuto è stato pubblicato il 10 marzo 2023 - 17:00
© Keystone / Peter Klaunzer

Il Consiglio federale ha fissato le priorità di spesa per la prossima legislatura: precedenza a esercito, ambiente e Ucraina.

Il Governo federale ha deciso i principi che serviranno da “bussola” per stabilire le priorità dei prossimi quattro anni. In breve, per la prossima legislatura saranno privilegiati l’esercito, l’ambiente e la cooperazione internazionale, in particolare legata alla ricostruzione dell’Ucraina. Meno mezzi invece per l’agricoltura.

Nel particolare, l’esercito svizzero potrà spendere almeno il 5% in più ogni anno fino al 2035 per raggiungere l’1% del PIL. Questo significa che il limite massimo di spesa per l'esercito nel periodo 2025-2028 è stato fissato a 26 miliardi di franchi. Tanto per fare un paragone, per l’educazione e ricerca la Confederazione intende investire, per lo stesso periodo, 29,7 miliardi di franchi.

In generale è prevista una crescita positiva in tutti i settori, con l’eccezione dell’agricoltura per la quale si prevede un tasso di crescita negativo del -0,1%. Per l’ambiente è previsto un tasso di crescita del 4,6%. Infine, una sfida particolare è quella della ricostruzione dell’Ucraina che dovrebbe costare alla Confederazione 650 milioni per il periodo 2025–2028.

© Keystone / Christian Beutler

Corsa al farmaco che fa dimagrire prescritto però per combattere il diabate di tipo 2.

Dagli Stati Uniti è arrivato l’Ozempic, il farmaco per curare il diabete di tipo 2 che però va di moda tra le star di oltreoceano perché combatte anche il grasso di troppo. Il farmacista cantonale ticinese è così dovuto intervenire, drasticamente, per fermare sul nascere il turismo del farmaco: molti italiani infatti sono venuti in Ticino ad acquistarlo tanto che le farmacie sono rimaste a corto di scorte.

Da Elon Mask a una sfilza di influencer, come scrive oggi il portale della RSI, su TikTok magnificano gli effetti della puntura che fa perdere chili. L’utilizzo dell’Ozempic comporta - secondo studi sul farmaco - una perdita di circa il 20% della massa corporale in un anno e mezzo di trattamento. Non vanno però dimenticati il costo non indifferente attorno ai 15'000 franchi e gli effetti collaterali, come la nausea, per non citarne di peggiori.

Questo “facile” metodo per perdere peso ha richiamato subito l’attenzione di chi vuole dimagrire senza troppa fatica. Così, vista l’anomala richiesta del farmaco, il farmacista cantonale è intervenuto richiamando l’attenzione dei farmacisti ticinesi: l’Ozempic va dato esclusivamente ai paziennti che presentano una ricetta medica rilasciata unicamente da un dottore abilitato in Svizzera.

© Keystone / Gaetan Bally

C’è chi in Ticino vuole impedire l’accesso in Svizzera ai lavoratori frontalieri che viaggiano da soli.

Per combattere il traffico congestionato e l’inquinamento ambientale si cercano davvero tutte le misure possibili. L’ultima in ordine di tempo arriva da una mozione del deputato leghista Massimiliano Robbiani depositata oggi. Cosa chiede la mozione? In breve, chiede al Governo ticinese di esaminare la fattibilità – attraverso una base legale – di vietare l’accesso alle auto dei lavoratori frontalieri con a bordo una sola persona.

Secondo il deputato leghista, che cita dati ufficiali, l’87% delle auto in entrata in Ticino con targhe italiane viaggiano con a bordo il solo conducente. Questo comporterebbe, sempre per Robbiani, “continui congestionamenti della viabilità con tutte le ricadute negative del caso sulla qualità di vita degli abitanti”.

Come risolvere dunque il problema viario? Agendo sulla causa principale, risponde Robbiani, ovvero sui lavoratori frontalieri che ogni giorno – sono quasi 80'000 – vengono in Ticino per motivi professionali. Anche perché, sempre secondo il deputato leghista, “non è accettabile pensare di farlo penalizzando indiscriminatamente tutti gli automobilisti, compresi i residenti, che hanno tutto il diritto di potersi spostare liberamente in casa propria”.

  • La richiesta per limitare la circolazione dei frontalieri nell’articolo su tio.chLink esterno.
  • Sulle auto dei frontalieri che entrano in Ticino mezze vuote vi suggerisco un contributo del collega Leonardo Spagnoli su tvsvizzera.it.
  • Il numero di frontalieri continua ad aumentare come scrive la RegioneLink esterno.
© Keystone / Walter Bieri

Cura dimagrante milionaria per la Posta: entro la fine dell’anno deve risparmiare 100 milioni di franchi.

Ieri la Posta ha presentato i conti 2022, anno terminato con utile di 295 milioni di franchi, in flessione di 157 milioni di franchi rispetto al 2021. Oggi il direttore generale del gruppo Roberto Cirillo ha proposta la sua dieta: aumentare dell'efficienza, ad esempio nei trasporti, negli acquisti e nella struttura del personale. Il direttore, in un’intervista pubblicata oggi dal Blick, ha poi ammesso che ancora non sa se l’attuazione del piano comporterà anche dei licenziamenti.

Per aumentare le entrate, Roberto Cirillo vuole anche aumentare i prezzi delle affrancature di lettere e pacchi. Questa volontà è stata inoltrata al sorvegliante dei prezzi con il quale la direzione della Posta sta negoziando. Comunque le nuove tariffe dovrebbero entrare in vigore non prima del 2024.

Roberto Cirillo ha avvertito che senza questi aumenti si rischia di arrivare a una soluzione alla francese, dove le consegne in città sono decisamente meno costose rispetto a quelle svolte in campagna o in montagna. Ma la Posta vuole continuare a svolgere il suo mandato di servizio di base per cui tariffe diverse per regioni diverse non è e non deve essere la soluzione.

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