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No, stavolta Natale in India non fa ridere

tvsvizzera

Hypercorsivo di Massimo Donelli

Questo contenuto è stato pubblicato il 14 dicembre 2015 - 17:32

Fermate per strada un italiano.

Uno qualunque.

Non importa l'età, la condizione sociale, il sesso.

Ripeto, un italiano qualunque.

O un'italiana, ovvio.

Bene.

L'avete fermato/a?

Perfetto.

Ora chiedete: "Se le dico ‘Natale in India', che cosa le viene in mente?".

Scommetto che tutti daranno la stessa risposta.

Questa: "Il film con Massimo BoldiLink esterno e Christian De SicaLink esterno!".

Natale in IndiaLink esterno, appunto, ossia il cinepanettoneLink esterno che, a cavallo tra il 2003 e il 2004, incassò quasi venti milioni di euro.

Ora raddoppio.

Cioè faccio un'altra scommessa.

Sicuro di vincere anche questa.

Provate, per favore, una seconda domanda: "Lei sa chi è Salvatore GironeLink esterno?".

Sono sicuro che lui/lei sbarrerà gli occhi.

E, ben che vada, dirà "Un attore!" pensando a quel Remo GironeLink esterno divenuto famoso con La piovraLink esterno, celebrata fiction sulla mafia.

No, nessuno sa chi è Salvatore Girone.

Se lo sono dimenticati tutti, il povero Salvatore, sergente della Marina militare, fuciliere del Battaglione San MarcoLink esterno in servizio alla caserma Carlotto di Brindisi.

Che, anche quest'anno, per la terza volta consecutiva, passerà il Natale lontano da casa, prigioniero nell'ambasciata italiana di Nuova Delhi.

Perché?

Perchè è accusato, senza prove, di aver ucciso due pescatori indiani il 15 febbraio del 2012 nelle acque del KeralaLink esterno, assieme al collega Massimiliano Latorre, capo di prima classe della Marina, anch'egli fuciliere del Battaglione San MarcoLink esterno, anch'egli in servizio alla Carlotto.

Mentre Latorre, colpito da ischemia il 31 agosto 2014 e operato al cuoreLink esterno il 5 gennaio 2015 al Policlinico San Donato (Milano), ha ottenuto una proroga del permesso di convalescenza e sarà a Taranto almeno fino al 13 gennaio 2016, Girone, a parte due brevi parentesi italiane tra dicembre 2012Link esterno e marzo 2013Link esterno, è sempre rimasto in India, lontano dalla moglie Vania e dai figli Michele (14 anni) e Martina (8 anni).

Un calvario destinato a durare, giacchè il Tribunale arbitrale internazionale, istituito il 6 novembreLink esterno, impiegherà da due a tre anni prima di emettere un verdetto sulla vicenda.

Non basta.

L'India vuole trattenere Salvatore fino alla sentenza.

E pretende che Massimiliano, una volta guarito, riprenda a fargli compagnia in ambasciata a Nuova Delhi.

L'Italia, invece?

Sabato 12 dicembre, fa sapere la FarnesinaLink esterno, si è rivolta al Tribunale arbitrale chiedendo che Girone possa tornare a casa e lì attendere il verdetto finaleLink esterno.

Verrà ascoltata?

Fino ad oggi due presidenti della Repubblica (Giorgio NapolitanoLink esterno, che nemmeno li citò nel discorso d'addioLink esterno; e Sergio MattarellaLink esterno, che rimediò alla gaffe del predecessore inserendoli nel discorso d'insediamentoLink esterno), tre presidenti del consiglio (Mario MontiLink esterno, Enrico LettaLink esterno, Matteo RenziLink esterno), tre ministri della Difesa (Giampaolo Di PaolaLink esterno, Mario MauroLink esterno, Roberta PinottiLink esterno) e cinque ministri degli esteri (Giulio Maria Terzi di Sant'AgataLink esterno, Mario Monti che lo sostituì ad interimLink esterno, Emma BoninoLink esterno, Federica MogheriniLink esterno e Paolo GentiloniLink esterno) non sono riusciti a risolvere la faccenda.

Indecisi?

Impotenti?

Inadeguati?

Come ha scrittoLink esterno un giornalista serio, Toni CapuozzoLink esterno, nel libro Il segreto dei maròLink esterno, molti, ai vertici dello Stato e nell'amministrazione militare, riuniti in un perverso intreccio di business e carrierismoLink esterno, hanno anteposto il tornaconto personale alla liberazione di Latorre e Girone (finiti, oltretutto, al centro delle risse fra gli ex montianiLink esterno), infilando un errore dietro l'altro.

Ma attenzione!

In Italia, per una volta, classe politica e opinione pubblica vanno a braccetto.

Non c'è stata, infatti, la minima mobilitazione popolare attorno ai due marò.

Che si dichiarano innocenti.

E, fino alla prova del contrario, lo sono.

Eppure…

…zero manifestazioni di massa....

…niente lenzuola (bianche) o bandiere (arcobaleno, tricolori) ai balconi…

…nessuna petizione degli intellettuali in servizio permanente effettivoLink esterno (come si dice nel gergo militare)…

..non una star (della tv, della musica, del cinema) che abbia mosso un dito.

Silenzio assordante.

Vi immaginate, nella stessa situazione, gli israeliani, gli americani, gli inglesi, i russi, i francesi?

Dopo aver messo in piedi uno spettacolare apparato di comunicazione, le avrebbero provate tutte per riportare a casa i loro "ragazzi" (riuscendoci, probabilmente).

Latorre e Girone, invece, a parte un po' di ping-pong parlamentareLink esterno (ma proprio il minimo, eh…), non se li fila nessuno.

E – quel che è peggio – nessuno si vergogna.

Segui @massimodonelliLink esterno

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