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"Dobbiamo soccorrere i più deboli in Libia"

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Questo contenuto è stato pubblicato il 06 novembre 2017 - 08:08
tvsvizzera.it/mar con RSI (TG del 5.11.2017)

La ministra di giustizia e polizia Simonetta Sommaruga propone di trarre in salvo i migranti più vulnerabili detenuti nei campi libici e di accoglierli in Svizzera e in altri paesi europei. Un’idea che solleva critiche.

La proposta della consigliera federale, evocata in un’intervista pubblicata domenica dalla NZZ am Sonntag, interviene a qualche giorno dalla terza riunione del Gruppo di contatto del Mediterraneo centrale, in programma il 13 novembre a Berna.

"In quanto organizzatrice dell'evento, la Confederazione fissa l'obiettivo del vertice: la protezione dei migranti", sottolinea la ministra di giustizia e polizia, avanzando alcune possibili soluzioni. 

Oltre alla Svizzera, il gruppo di contatto del Mediterraneo centrale, che si riunirà a Berna, comprende Algeria, Austria, Francia, Germania, Italia, Libia, Mali, Malta, Niger, Slovenia, Ciad e Tunisia. I primi due vertici si sono tenuti a Roma in marzo e a Tunisi in luglio.

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In primo luogo bisogna migliorare la situazione nei campi di prigionia, dove Comitato internazionale della croce rossa (CICR) e Alto commissariato delle nazioni unite per i rifugiati (UNHCR) devono avere accesso.

"Pronti a un nuovo programma di ricollocamento"

In secondo luogo, Simonetta Sommaruga intende trarre in salvo le persone più vulnerabili presenti in questi centri, in particolare donne e bambini, trasportandole per esempio in Niger, paese che si è detto disposto a fungere da stazione intermediaria in vista di una ridistribuzione. Da parte sua "la Svizzera è pronta a partecipare a un nuovo programma di ricollocamento".

Bisogna infine fare in modo che i rifugiati economici facciano ritorno, volontariamente, nei loro paesi d'origine, aggiunge la ministra, sottolineando la situazione "catastrofica" in cui si trovano i migranti in Libia.

L'instabilità del paese nordafricano, dove non esistono né strutture statali né sicurezza, rappresenta una sfida anche per gli Stati vicini. "È per questo che ci riuniamo attorno a un tavolo". Agire in questo modo non vuole però dire, secondo la ministra, allontanare la problematica dei richiedenti l’asilo dalla Svizzera. "Partecipiamo al programma di aiuto dell'UNHCR e ci occupiamo delle cause all'origine della migrazione", rileva.

E non si tratta nemmeno, a suo dire, di costruire campi per migranti in Africa in modo che non arrivino da noi. "La politica che porto avanti dice che chi ha bisogno di aiuto deve essere aiutato, in Svizzera e all'estero". Se vogliamo migliorare la situazione sul posto, prosegue Sommaruga, dobbiamo attivarci, parlare con tutti, anche con Paesi fortemente corrotti.

"Decisioni arbitrarie"

La proposta di ricollocare parte di questi migranti in Svizzera non ha mancato di sollevare critiche.

"La politica dell'accoglienza dei rifugiati in Europa non funziona già ora, principalmente perché i nostri partner non rispettano gli accordi. Adesso la signora Sommaruga ha deciso di agire da sola, senza consultare né avere il sostegno di nessuno, per lo meno non il nostro. Non è nemmeno chiaro chi dovremmo portare in Svizzera e chi lasciare nei campi, sarebbero decisioni arbitrarie", ha dichiarato la parlamentare dell’Unione democratica di centro Barbara Steinemann. 

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