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Addio ad Amos Oz

Lo scrittore israeliano Amos Oz, autore di "Una storia di amore e di tenebra", è morto in seguito a un tumore a 79 anni. Nel video un'intervista rilasciata alla Radiotelevisione svizzera nel 2009.

Questo contenuto è stato pubblicato il 28 dicembre 2018 - 20:53
tvsvizzera.it/Zz/ansa/ats con RSI (TG del 28.12.2018)
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"A coloro che l'hanno amato, grazie". Con queste parole Fania Oz-Salzberg ha annunciato venerdì il decesso del padre. Lo scrittore ha firmato diversi romanzi così come molti racconti biografici come "Una storia di amore e di tenebra".

Il "Camus israeliano"

Amos Oz è nato a Gerusalemme il 4 maggio del 1939 in una famiglia di origine russa e polacca.

Celebrato all'inizio della sua carriera come il "Camus israeliano", lo scrittore era un fervente sostenitore della pace con i palestinesi basata sulla creazione di due Stati e critico riguardo all'occupazione della Cisgiordania e, più recentemente, nei confronti della politica del premier Benjamin Netanyahu e il "crescente estremismo del governo". 

Ha ricevuto diversi riconoscimenti internazionali come il premio Kafka (nel 2013), il premio Goethe (2005).  È stato più volte nominato per Nobel per la letteratura, riconoscimento che tuttavia non ha mai ricevuto.

"La politica sta diventando intrattenimento"

Lo scorso giugno si trovava  a Taormina per il Taobuk Festival, che lo ha premiato con il Taobuk Award for Literary Excellence insieme a Elizabeth Strout. 

È stata una delle sue ultime apparizioni in Italia e nel suo intervento ha confermato il suo sguardo acceso sul presente, la sua visione di intellettuale in prima linea nella lotta contro le ingiustizie e i conflitti.

 In particolare, aveva puntato il dito sulla politica, diventata, a suo giudizio, "una seconda industria dell'entertainment, del divertimento. E, mi dispiace dirlo, anche molti media non fanno altro che fare del divertimento". 

Si vota, ragionava lo scrittore, con l'idea "che sia una cosa leggera. Il voto, sotto certi punti di vista, è diventato una barzelletta. Ma, bisogna ricordare, e io non sono un leninista, quello che disse chiaramente Lenin: la politica è destinata a perdere se non le daremo la giusta importanza. La politica si è spettacolarizzata e questo ha portato a un disastro enorme che diventerà ancora più colossale se non riusciremo a rivalutare in modo pervicace tutti i veri elementi della democrazia".

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