L'Ucraina perde Severodonetsk
La conquista del Donbass da parte dei russi è sempre più vicina: dopo settimane di resistenza, infatti, l'esercito ucraino si è ritirato venerdì da Severodonetsk, città chiave per il controllo della regione.
Dopo settimane di bombardamenti la città è ridotta in macerie e la provincia di Luhansk è ormai praticamente in mano russa. L'ultimo bastione della resistenza è Lysychansk, ma la sua caduta sembra imminente. Nella notte i russi hanno preso Mykolaivka - poco più a sud - con l'obiettivo isolare i militari ucraini presenti nella regione.
Mentre sul terreno si continua a combattere, la spaccatura tra Ucraina e Russia a livello diplomatico si fa sempre più profonda e il sì dei 27 membri dell'UE alla candidatura dell'Ucraina come Paese membro non ha aiutato. Dura la presa presa di posizione di Mosca: "Durante la Seconda Guerra mondiale Hitler aveva riunito una grande parte dell'Europa per fare la guerra contro l'Unione Sovietica. Oggi la situazione è molto simile: l'Unione europea e la Nato stanno costruendo una coalizione per lottare in larga misura e fare la guerra alla Russia", ha dichiarato il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dal canto suo parlato di una svolta storica: "Questo percorso non è solo politica. Credo che sarà il punto di partenza della nuova storia dell'Europa. Un'Europa senza divisioni. Un'Europa senza zone grigie. Un'Europa che sia veramente unita e che sappia difendere sé stessa, i suoi valori e il suo futuro".
Un percorso che però non sarà semplice: ci vorranno diversi anni per aderire all'UE a tutti gli effetti. Uno Stato candidato deve infatti rispettare una serie di criteri molto precisi e per adeguarsi l'Ucraina dovrà fare diverse riforme. Resta inoltre da vedere quali altre conseguenze porterà la guerra ancora in corso.
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