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L'annus horribilis delle nostre amiche api

Magra resa quest'anno per gli apicoltori della Svizzera italiana. Keystone / Frank Rumpenhorst

Parassiti e maltempo hanno compromesso la produzione del miele di quest'annata. Viaggio nel mondo dell'apicoltura, attività fondamentale per la biodiversità dell'intero pianeta.

Questo contenuto è stato pubblicato il 29 agosto 2021 - 19:00
Gianni Gaggini, Falò (Rsi)

Per le api e per gli apicoltori, il 2021 è stato un anno terribile. Dopo la grave morìa di inizio stagione, gelo e piogge hanno rovinato il raccolto primaverile. Solo la fioritura del tiglio e del castagno ha evitato un disastro ancora peggiore.

Una troupe di Falò ha seguito per alcuni mesi sei apicoltori ticinesi, dall’apertura delle arnie a fine inverno, fino alla smielatura di luglio. Ne esce un ritratto molto meno poetico di quanto forse si è portati ad immaginare.

L'apicoltura è infatti confrontata con difficoltà, speranze e delusioni: il lavoro richiede tempo, perizia e preparazione e non vi sono orari e sicurezze. L’apicoltura in Svizzera non è considerata nemmeno come attività agricola. Ma ogni anno il rito dell’ape, vitale per l’uomo e per la natura, si ripete con incredibile magia.

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