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Presidente siriano al-Assad: «Non attacco la gente, la difendo»

Presidente siriano Bashar al-Assad: «Non c’è un briciolo di prova che l’esercito siriano abbia fatto uso di armi chimiche». AFP

L’emissione “Rundschau” della Televisione svizzera di lingua tedesca SRF ha incontrato Bashar al-Assad in una delle rare interviste che il presidente siriano ha concesso a un media occidentale. Al-Assad parla delle bombe su Aleppo e dell’impiego di armi chimiche, spiegando anche il perché è convinto che vincerà la guerra.

Questo contenuto è stato pubblicato il 20 ottobre 2016 - 10:57
Emissione "Rundschau" di SRF (19 ottobre 2016)

Per al-Assad, i ruoli nel conflitto siriano sono ben definiti: il suo governo e gli «amici della Siria» - Russia Iran e Cina - difendono il paese «dai terroristi, che sono avanzati in Siria in quanto rappresentanti di altri Stati», afferma nell’intervista di 20 minuti.

L’Occidente, invece, sostiene «i terroristi per liberarsi di un certo presidente e per portare dei burattini», che corrispondono alle loro «proprie intenzioni».

Le accuse di crimini di guerra sono «false»

Al-Assad contesta che il suo esercito stia perseguendo una strategia di terra bruciata, ad esempio tramite il bombardamento di ospedali ad Aleppo. «È un’affermazione falsa». Se il governo uccidesse davvero i propri cittadini, la maggioranza della società sarebbe contro di lui, dice. «Non attacco la gente, la difendo».

Intervista esclusiva: ecco le condizioni poste

Il governo Assad ha stabilito con precisione le condizioni in cui si è tenuta l’intervista. Le immagini sono state girate dai cameramen del regime. Il Ministero dell’informazione ha fissato la durata massima dell’incontro e ha stabilito che questo doveva essere diffuso nella sua integralità sulla rete svizzero-tedesca. Il governo non ha chiesto di vedere le domande del giornalista in anticipo.    

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Alla constatazione che soltanto l’aviazione siriana dispone di armi in grado di distruggere dei bunker, al-Assad risponde che «la maggior parte della gente» è stata attaccata nelle scuole, negli ospedali o in strada da terroristi che avevano granate. «Questo non ha nulla a che vedere con un attacco aereo».

Il presidente respinge anche l’accusa di aver impiegato armi chimiche e le cosiddette “barrel bombs” contro la sua popolazione. «Non c’è un briciolo di prova che l’esercito siriano abbia fatto uso di armi chimiche». Secondo lui, il rapporto delle Nazioni Unite sull’impiego di tali armi «non è credibile».

Il dittatore siriano capovolge invece la situazione: nel 2013, dice, è stato il suo governo ad invitare una delegazione dell’ONU, siccome «i terroristi» avevano impiegato armi chimiche contro l’esercito siriano. «A quell’epoca gli Stati Uniti si erano opposti alla delegazione» poiché Washington «sostiene i terroristi e sapeva che l’indagine della delegazione avrebbe confermato il suo ricorso ad armi chimiche».

Impossibile non fare errori

La situazione ad Aleppo al vaglio del Consiglio dei diritti umani

Il Consiglio dei diritti umani dell’ONU dedica venerdì una sessione speciale alla situazione umanitaria ad Aleppo. La seduta è stata voluta da 16 paesi, tra cui Stati Uniti, Germania e Svizzera, per discutere del “recente deterioramento delle condizioni dei diritti umani” nella città siriana e “del mancato rispetto degli impegni presi da parte del regime Assad e dei suoi alleati”.

Di fronte ai crimini commessi in Siria, l’Alto commissario ONU per i diritti umani, Zeid Ra'ad Al Hussein, e la Commissione d’inchiesta ONU sulla Siria hanno chiesto a più riprese che il caso sia portato davanti alla Corte penale internazionale. Una possibilità remota, visto che il Consiglio di sicurezza è diviso, con la Russia che continua a sostenere il suo alleato Assad. 

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Al-Assad sostiene anche che la fotografia del piccolo OmranLink esterno, il bambino siriano di cinque anni ricoperto di polvere e con il viso insanguinato, diventato uno dei simboli del conflitto siriano, è in realtà un falso. Su Internet, sostiene, circolano diverse immagini dello stesso bambino durante varie azioni di soccorso. L’immagine manipolata di Omran farebbe parte della propaganda dei cosiddetti “White Helmets”, i soccorritori volontari di Aleppo.

L’uomo forte di Damasco riconosce comunque che in guerra possono succedere degli «errori». Una «guerra pulita» non esiste. C’è però una differenza tra la politica di un governo e degli errori isolati: «Non è possibile affermare che è la politica del governo ad attaccare civili, ospedali e scuole e a commettere atrocità. Non si potrebbe resistere per cinque anni, in un contesto di guerra, uccidendo la propria gente».

Dialogo possibile, ma non con tutti

Per risolvere il conflitto sono necessari sia l’intervento militare sia la diplomazia, afferma. Con Al-Qaida, il fronte al-Nusra o lo Stato islamico, una «soluzione politica» è impossibile. «Hanno le loro convinzioni, la loro ideologia ripugnante». Il dialogo è invece possibile con i partiti politici - sostenitori od oppositori di al-Assad - e con i «combattenti che sono pronti a rinunciare alle armi in nome della sicurezza e della stabilità della Siria».

Per quanto riguarda la guerra sul terreno, il presidente siriano confida nella vittoria. Bisogna credere che si vincerà la guerra, perché «se non ci credi, perderai».

Assad, "un bugiardo patologico"

L'intervista del presidente siriano Bashar al-Assad per la trasmissione della televisione svizzera tedesca "Rundschau" ha scatenato molte reazioni. Amnesty Internazionale respinge le accuse del dittatore, secondo cui l'organizzazione per i diritti umani sarebbe finanziata dal Qatar. Si tratta di un'accusa completamente campata in aria, insorge il portavoce Beat Gerber: "Amnesty non riceve fondi governativi di nessun genere e critica in continuazione le violazioni dei diritti umani in Qatar". Gerber non crede nemmeno all'intenzione, cui ha alluso Assad, di concedere al Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) l'accesso alle carceri, a determinate condizioni. "Se il presidente fosse interessato a chiarire le accuse di tortura o a lottare contro la notoriamente praticata tortura, avrebbe dovuto concedere da molto tempo l'accesso al CICR e ad altre organizzazioni".

L'esperto di Medio Oriente Kurt Pelda definisce Assad un "bugiardo patologico che è completamente staccato dalla realtà". È vero che truppe dell'esercito siriano sono state colpite con gas velenoso, ma da aerei siriani che hanno accidentalmente lasciato cadere le armi chimiche sulle proprie linee, afferma Pelda. I grandi attacchi contro la popolazione civile sono venuti dal regime, sottolinea, aggiungendo che gli elicotteri hanno lanciato bombe con gas di cloro: su questo le Nazioni Unite hanno indagato ampiamente e seriamente.

Secondo Kurt Pelda, Assad è lungi dall'essere così popolare tra la propria gente, come pretende. "È ancora al potere soltanto perché è così brutale", dice l'esperto di Medio Oriente che durante la guerra ha soggiornato più volte in Siria con il fronte dei ribelli.

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