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Navigazione Verbano, lo sciopero continua

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La garanzia della riassunzione, delle pensioni e di un contratto collettivo, ma non il mantenimento degli attuali stipendi. È quanto hanno ottenuto giovedì i 34 dipendenti svizzeri della Navigazione Lago Maggiore, in sciopero da 12 giorni per la disdetta (o il mancato rinnovo) dei loro contratti in vista della nuova concessione in vigore dal 2018. Insoddisfatti, continueranno ad astenersi dal lavoro.

Questo contenuto è stato pubblicato il 06 luglio 2017 - 20:40
tvsvizzera.it/ri con RSI (Quotidiano del 06.07.2017)

Venerdì, le imprese di navigazione sui laghi Maggiore e Ceresio -coinvolte in un progetto per la gestione del trasporto di linea dal 2018- hanno criticato pubblicamente i sindacati per la prima volta dall'inizio dello sciopero. L'atteggiamento sindacale -scrivono in un comunicato- può pregiudicare la creazione del consorzio. Prospettano quindi una pausa di riflessione, in attesa che vi siano nuove condizioni per riprendere il dialogo. 

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Il Consiglio di Stato ticinese -rappresentato dal presidente Manuele Bertoli, dal direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali e da quello delle Finanze e dell’economia Christian Vitta- ha incontrato giovedì a Bellinzona i sindacati e il personale svizzero della Navigazione Lago Maggiore.

Il Governo ha garantito il proprio impegno per sviluppare l’offerta di navigazione sulle acque svizzere del Verbano (che dal prossimo anno non saranno più coperte dalla NLM) attraverso il sostegno a un progetto di consorzio con la Società navigazione Lago di Lugano (SNL) e il finanziamento di parte dell’attività di linea.

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Mercoledì, Zali aveva anticipato che il Cantone potrebbe considerare una parte del servizio svolto come trasporto pubblico: “In questo modo”, spiegava il ministro, “potrà godere delle eventuali sovvenzioni o coperture del deficit come previsto dalla legge”.

Nessuna garanzia sui salari

Qualora si creasse un consorzio, la SNL -con la quale ha mediato il Consiglio di Stato- garantisce la riassunzione, un contratto collettivo di lavoro e l'affiliazione alla cassa pensioni attuale presso le Ferrovie Autolinee Regionali Ticinesi (FART).

Ma a sindacati e maestranze non basta. "Il Governo non ha ottenuto conferme sul mantenimento degli attuali stipendi, che potrebbero diminuire del 20%”, sostengono. Lo sciopero continua.

Cinquemila firme raccolte

In una nota degli stessi sindacati si legge che gli scioperanti ricevono dimostrazioni di solidarietà sia dai ticinesi sia dai turisti, e che la petizione contro i licenziamenti ha raccolto oltre 5 mila sottoscrizioni. Le firme saranno consegnate a Bellinzona all’inizio della settimana prossima.

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