Immigrazione in Svizzera, l’UE contro limitazioni unilaterali
Jean-Claude Junker ha però dichiarato che una clausola di salvaguardia potrebbe essere approvata solo se ci fosse l’accordo di tutti gli Stati membri
Prime timide aperture dell'Unione europea alla richiesta svizzera di mettere un freno all'immigrazione di massa. Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha dichiarato dopo un incontro con la presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga, che accetterà la clausola di salvaguardia elvetica solo se questa verrà accettata dalla totalità dei paesi dell'UE.
Finora Bruxelles si era categoricamente opposta a prendere in considerazione qualsiasi iniziativa che interferisse con libera circolazione delle persone: "Ora abbiamo cominciato a discuterne", ha spiegato Sommaruga lunedì pomeriggio in conferenza stampa, aggiungendo però di non essere in grado, per ora, di dire se si riuscirà o meno a trovare una soluzione comune sul dossier immigrazione.
Junker dal canto suo ha ribadito il no categorico delle istituzioni europee all'adozione unilaterale di una clausola di salvaguardia da parte di Berna. Un provvedimento che permetterebbe di limitare a determinate condizioni il numero di immigrati in Svizzera e che il Consiglio federale intende adottare qualora non si arrivi a un soluzione condivisa entro il 2017.
Il contenzioso con l'UE va avanti dal 9 febbraio 2014, giorno dell'approvazione da parte di popolo e cantoni dell'iniziativa popolare dell'UDC (destra) "Contro l'immigrazione di massa".
ATS/ludoC
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