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Trump annuncia nuovi dazi contro la Cina

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Questo contenuto è stato pubblicato il 02 agosto 2019 - 13:37
tvsvizzera/afp/reuters/spal con RSI (TG del 2.8.2019)

Si inasprisce la contesa commerciale Stati Uniti-Cina dopo le ultime dichiarazioni di Donald Trump che si sono subito pesantemente riverberate sulle principali piazze finanziarie.

Il presidente USA ha infatti espresso l'intenzione di estendere i dazi commerciali a tutte le importazioni dalla Cina. Da parte sua il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha affermato alla televisione nazionale che "imporre dazi doganali non è in ogni caso un modo costruttivo per risolvere la vertenza commerciale".

In una serie di tweet il presidente USA, che corre per il suo secondo mandato, ha precisato che l'amministrazione americana applicherà a partire dal primo settembre "piccoli diritti doganali supplementari del 10% su 300 miliardi di dollari" di prodotti importati dal gigante asiatico che finora erano stati risparmiati.

Probabilmente il presidente cinese Xi Jinping vuole un accordo, ha precisato la Casa Bianca, "ma non sta procedendo molto rapidamente" verso una soluzione. E ha ventilato l'ipotesi di aumentare ulteriormente l'aliquota, ben oltre il 25%, sui prodotti cinesi se Pechino non accetterà le richieste di Washington. Se i nuovi dazi entreranno effettivamente in vigore la totalità delle importazioni cinesi negli USA saranno colpite.

A giustificazione della nuova offensiva commerciale Donald Trump rileva che il paese asiatico non ha tenuto fede alla promessa di effettuare acquisti massicci di derrate agricole americane e di porre fine alle vendite di Fentanyl, un potente oppiaceo che produce parecchi disastri negli USA.

I tweet di Trump hanno creato un certo stupore, visto che i colloqui tra le due delegazioni a Shangai erano ripresi in un clima relativamente positivo questa settimana e che Pechino aveva appena sottolineato che le importazioni agricole dagli USA erano incrementate negli ultimi mesi. Washington sta già applicando dazi del 25% su beni cinesi del valore di 250 miliardi di dollari e a sua volta Pechino aveva risposto con tasse doganali per 110 miliardi. Fino ad ora erano stati esentati dalle misure dell'amministrazione USA i beni di largo consumo e le famiglie americane non avevano subito gli effetti della guerra commerciale ma lo scenario sta velocemente cambiando.

Secondo gli osservatori il presidente americano ha voluto alzare la posta in gioco e non si accontenta più di un'intesa di basso profilo: mira infatti a far cessare le sovvenzioni statali alle imprese cinesi e il trasferimento di tecnologia alle aziende partner straniere, così come il "furto" della proprietà intellettuale americana.

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