Gli ulivi sotto le Alpi
La coltura dell'ulivo attorno al lago Ceresio, dopo un lungo declino, negli ultimi 20 anni è decisamente cresciuta. Grazie soprattutto ad un'associazione e a inverni decisamente più miti.
C'è stato un tempo in cui l'ulivo, in Ticino, era un albero assai diffuso. Lo dicono documenti e toponimi, come il Monte Oliveto di Rancate o il Colle degli Olivi di Coldrerio. Poi arrivarono tre forti gelate, tra il 1400 e il 1700, e la loro presenza fu quasi totalmente cancellata. Di quel passato restano, ancor oggi, poche decine di piante ultracentenarie a Gandria.
Poi sono arrivati i cambiamenti climatici e per gli ulivi del Ticino la vita ha cominciato a migliorare. Gli inverni meno freddi e un'associazione di amici - gli "Amici dell'Olivo" che proprio tra pochi giorni festeggerà i primi vent'anni d'attività - hanno fatto sì che il moltiplicarsi di questi alberi della pace fosse possibile anche a ridosso delle Alpi.
Così, con il frantoio più alto d'Europa (a 620 m s.l.m.), con un sentiero dedicato proprio all'olivoLink esterno, con un olivicoltura in crescita, con la presenza nella "Guida al mondo dell'extravergine" curata da Flos Olei, con un censimento degli alberi e un concorso fotograficoLink esterno in corso l'ulivo ticinese sembra volerci dire che qualche elemento positivo, nel clima che cambia, potrebbe pure esserci.
Se volete condividere con noi osservazioni su un argomento sollevato in questo articolo o segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.