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Leumann, il cotonificio divenuto borgo di arte e cultura

Un cotonificio all'avanguardia del secondo Ottocento, diventato centro di cultura, istruzione e abitazione popolare. È il villaggio Leumann, borgo liberty fatto edificare dall'omonima famiglia svizzera di imprenditori.

Questo contenuto è stato pubblicato il 10 aprile 2018 - 08:25
Marco Gritti

Nell’orto ci sono la robbia maggiore, la bieta, il carciofo: sono piante tintorie, quelle da cui si ricavano pigmenti con cui colorare i tessuti. 

Al Villaggio Leumann di Collegno, a pochi chilometri da Torino, ancora oggi rimangono le tracce, custodite con cura, del passato tessile della zona. Fino al 1972, qui, c’era il cotonificio fondato un secolo prima, nel 1875, dai Leumann. Una famiglia di imprenditori svizzeri provenienti dal canton Turgovia.

Da fabbrica a borgo

Il cotonificio Leumann era una delle numerose realtà elvetiche attive in Italia. Prima di arrivare in Piemonte l’attività si trovava a Voghera, nel pavese: poi, sfruttando gli incentivi offerti dal capoluogo torinese alla ricerca di una nuova identità dopo la perdita del titolo di capitale d’Italia, Isacco e il figlio Napoleone si trasferirono qui. 

Accesso pedonale al villaggio. tvsvizzera

A Collegno, gli imprenditori non avviarono soltanto l’industria: attorno alla fabbrica, per i loro operai, fecero costruire 59 abitazioni e una serie di servizi, dalle scuole all’ambulatorio medico, fino agli spazi dedicati al dopolavoro, come il teatro e la palestra. 

L’area diventò presto un vero e proprio borgo. Villaggio Leumann, appunto. Tutto in stile liberty, mentre la chiesa, che mescola anche elementi neo-romantici ed eclettici, è intitolata a Santa Elisabetta, lo stesso nome della madre di Napoleone.

La chiesa intitolata a Santa Elisabetta. tvsvizzera

Tra memoria e riconversione

"Napoleone Leumann era un imprenditore all’avanguardia, aveva capito che il modo migliore affinché i suoi dipendenti lavorassero in maniera produttiva era mettere loro e i propri figli nelle migliori condizioni di vita", spiega Michela Tosco, segretario dell’Associazione e guida turistica del Villaggio. 

"Pur essendo protestante, per esempio, decise di far costruire una chiesa di culto cattolico, perché altrimenti gli operai avrebbero dovuto spostarsi di tre chilometri per raggiungere quella più vicina".

Il Villaggio copriva una superficie di 60.000 metri quadrati. Oggi la fabbrica è chiusa, ma l’area continua a vivere: la scuola elementare è attiva, così come l’ufficio postale affacciato su corso Francia. 

Altri edifici sono stati convertiti: il convitto ospita la biblioteca, le abitazioni sono divenute case popolari. 

Attività culturali e di formazione

Ma il borgo non si rivolge soltanto agli abitanti di Collegno: l’Associazione amici della Scuola Leumann, durante tutto il corso dell’anno, organizza eventi e visite guidate al Villaggio: nel 2017 sono arrivati 4.827 visitatori, 169 dei quali dall’estero, molti proprio dalla Svizzera. 

L’obiettivo è tramandare l’arte della tessitura, e per farlo l'associazione offre una serie di attività come i corsi organizzatiLink esterno dal laboratorio di arti tessili "Il filo racconta". 

Amici della Scuola Leumann, che ha un bilancio da 137 mila euro, ogni anno propone inoltre la mostra-mercato di artigianato tessile "Filo lungo filo, un nodo si faràLink esterno", organizzata dal 1995. 

Anche in questo caso, lo sguardo è rivolto al futuro: "Guardiamo indietro nel tempo per capire in che direzione andare".

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