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Le armi svizzere vendute soprattutto in Europa

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Questo contenuto è stato pubblicato il 26 febbraio 2019 - 19:41
tvsvizzera/ats/spal con RSI (TG del 26.2.2019)

Sono ammontate a 509,9 milioni di franchi le esportazioni svizzere di materiale bellico l’anno scorso, secondo quanto ha reso noto la Segreteria di Stato dell’economia (Seco).

Le vendite si sono concentrate soprattutto nei paesi europei (75,6%), dove sono cresciute di 25,8 punti percentuali mentre segnano il passo i mercati asiatici (11,6%, -16,9 punti) - anche a causa delle restrizioni imposte all’Arabia Saudita, il cui esercito è impegnato in un sanguinoso e contestato conflitto nello Yemen - e quelli africani (0,2%, -7,1 punti). Sostanzialmente stabili invece le vendite in America (12,5%, -1,8 punti).

I migliori clienti per le imprese belliche elvetiche sono la Germania (118,0 milioni), la Danimarca (73,5 milioni) e gli Stati Uniti (51,9 milioni), seguiti a una certa distanza da Romania (22,5 milioni) e Italia (19,6 milioni). Il 34% delle esportazioni hanno riguardato munizioni, il 24,5% mezzi blindati, il 10,4% componenti per aerei da combattimento, il 10,1% armi di ogni calibro e 6,8% sistemi di puntamento antiaerei.

La Seco ha sottolineato che l’80% delle esportazioni nel 2018 sono state indirizzate verso paesi che hanno aderito al regime internazionale di controlli contro il 53% segnato l’anno precedente. La Segreteria di Stato ha anche evidenziato che non sono possibili raffronti omogenei con le statistiche precedenti dal momento che è stato modificato il sistema di calcolo (oggi sono ricomprese nelle esportazioni gli interventi di riparazione e manutenzione). 

L’anno scorso la Seco ha proceduto ad accertamenti sul rispetto del divieto di riesportazione delle armi a paesi terzi in Indonesia, Kazakhstan, Qatar, Libano, Lituania, Pakistan e Africa del Sud e a causa delle reticenze riscontrate ha proceduto a bloccare le future vendite in Libano. Il caso scottante ha riguardato invece l’Arabia Saudita alla quale sono state forniti soprattutto sistemi di puntamento per la difesa antiaerea, prima che venissero vietate ulteriori consegne per il suo coinvolgimento in diversi teatri di guerra.

Più in generale il governo federale, che in giugno ha provato a revocare le restrizioni alla vendita all’estero di armamenti, è dovuto tornare sui suoi passi per le opposizioni suscitate dalla proposta. In proposito è pendente un’iniziativa popolare che mira a vietare le esportazioni di armi verso Stati che non rispettano i diritti umani, inasprendo così i vincoli attualmente in vigore.

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