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Depenalizzazione delle droghe, fino a dove si spingerà la Svizzera?

La Svizzera si distingue a livello internazionale per il suo approccio pionieristico in materia di dipendenze. Ha adottato una nuova politica all'inizio degli anni '90, quando centinaia di tossicomani occupavano delle piazze a Zurigo e a Berna. Il Platzspitz, a due passi dalla stazione centrale di Zurigo, era allora considerato la più grande scena aperta della droga in Europa.

Questo contenuto è stato pubblicato il 08 maggio 2020 - 09:35
Paula Troxler (illustrazione)

"Al centro della riflessione attuale deve essere posto l'essere umano e non la droga", ha dichiarato nel 2016 il ministro della sanità svizzero Alain Berset, durante la sessione straordinaria delle Nazioni Unite dedicata agli stupefacenti.

Da 25 anni la Svizzera applica la cosiddetta politica dei "quattro pilastri": prevenzione, terapia, riduzione dei rischi e repressione. Tra chi si occupa di dipendenze, questo modello gode di grande considerazione e si è dimostrato efficace: dalla sua entrata in vigore, i decessi causati dal consumo di stupefacenti sono diminuiti, la criminalità pure, la salute dei tossicomani è nettamente migliorata e le scene aperte sono scomparse.

Una delle grandi novità di questa politica è la distribuzione medicalmente controllata di eroina. I tossicodipendenti hanno la possibilità di recarsi in un centro specializzato che fornisce loro una dose quotidiana. Le iniezioni si fanno sul posto, sotto la sorveglianza di un'équipe medica.

Oggi hanno accesso a questo programma, introdotto nel 1994, circa 1'700 tossicomani in tutta la Svizzera. La distribuzione controllata di eroina ha permesso di diminuire la trasmissione di malattie, le infezioni e le overdosi. Le persone dipendenti hanno la possibilità di vivere una vita quasi normale. "Senza questo programma sarei morta da tanto tempo", confida Evelyn, a cui viene prescritta eroina da oltre vent'anni.

Oggi la Svizzera si interroga sulla possibilità di depenalizzare non solo la cannabis ma anche le droghe pesanti. Degli esperti chiedono un nuovo approccio, il cui obiettivo dovrebbe essere prima di tutto di ridurre il più possibile i danni causati dagli stupefacenti. "La storia ha mostrato che la proibizione genera più problemi di quanti ne risolva", sostiene Michael Herzig, ex delegato alle questioni legate alla droga della città di Zurigo.

Tuttavia, la depenalizzazione delle droghe è ancora controversa ed è oggetto di accese discussioni in Svizzera. Un primo passo è però stato fatto con la Cannabis: dal 2011 è possibile vendere dei prodotti con un basso contenuto di THC, che non hanno alcun effetto psicotropo. Il governo intende ora facilitare l'accesso all'uso medico della cannabis, che potrebbe essere ottenuta in farmacia con una semplice ricetta.

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