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Isoke, da vittima a donna libera

Storia di una delle ragazze che, partite da Benin City (Nigeria), cercavano una vita migliore in Occidente e si sono ritrovate in un bordello in Italia.

Questo contenuto è stato pubblicato il 14 aprile 2021 - 16:22
Ilaria Romano, RSI News
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Arrivata in Europa dalla Nigeria con il miraggio di un lavoro da commessa in Inghilterra, Isoke Aikpitanyi scopre ben presto che è stata destinata allo sfruttamento sessuale in Italia. Due anni dopo, quando riceve la notizia della morte della madre, e dunque non può più essere ricattata con le minacce alla famiglia, trova il coraggio di scappare, anche se questo le costerà un brutale pestaggio e tre giorni di coma.

Da allora sono passati vent’anni e Isoke è oggi il simbolo del riscatto delle ragazze di Benin City, città della Nigeria che ancora oggi rappresenta uno dei luoghi di partenza di migliaia di vittime della tratta. La sua Associazione vittime di tratta è diventata nel frattempo una rete che abbraccia tutta l’Italia. Ma il fenomeno della tratta purtroppo è ancora florido, e negli anni le reti criminali ne hanno cambiato le dinamiche, come testimonia un’altra realtà in prima linea contro la schiavitù sessuale e la violenza contro le donne, la Cooperativa BeFree.

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