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A chi giova il lavoro interinale?

Il settore dell'edilizia è particolarmente toccato dal lavoro interinale. Keystone

"Noleggiando" alle imprese del personale temporaneo, essenzialmente frontalieri, le agenzie di collocamento sono accusate dai sindacati di favorire il dumping salariale.

Questo contenuto è stato pubblicato il 31 maggio 2017 - 13:03
Andrée-Marie Dussault, Le Temps

Con dei prezzi che nessuna società svizzera può battere, un’impresa italiana vince un appalto in Ticino. Si tratta di un grosso cantiere che durerà più di un anno. La legge elvetica autorizza ditte italiane a “distaccare” in Svizzera i propri operai per un massimo di 90 giorni. Come porterà a termine il cantiere? Nessun problema. La ditta farà rientrare i propri operai attraverso un’agenzia di collocamento come lavoratori interinali.

Lavoro interinale in Svizzera

1703 agenzie di collocamento

323'589 lavoratori interinali

64.1% stranieri

2.4% delle ore totale di lavoro

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Fino allo scorso ottobre questo scenario era ricorrente in Ticino, cantone incuneato in una Lombardia duramente colpita dalla disoccupazione. Da allora il fenomeno si è ulteriormente accentuato a causa della nuova legge sulle imprese artigianali (LIA) che avrebbe dovuto invece proteggere il mercato del lavoro ticinese dalla concorrenza sleale italiana.

Meno lavoratori distaccati, più lavoratori interinali

Con la nuova legge, le imprese artigianali attive in Ticino, svizzere e straniere, devono obbligatoriamente essere iscritte a un albo cantonale. Per paura di non ottemperare ai criteri di ammissione, numerose aziende italiane hanno rinunciato a iscriversi. “Abbiamo osservato un calo delle richieste di permessi per lavoratori distaccati italiani – osserva Renzo Ambrosetti, copresidente uscente di Unia – parallelamente abbiamo registrato un netto aumento di assunzioni di lavoratori interinali.” Per il sindacalista, con alle spalle 37 anni di attività e che presiede l’associazione interprofessionale di controllo dei lavoratori distaccati, “le agenzie di collocamento sono utilizzate per aggirare le leggi, favorendo il dumping salariale. Quando facciamo dei controlli approfonditi sul lavoro temporaneo, scopriamo che sovente le regole non sono rispettate.”

I sindacati ticinesi lanciano regolarmente segnali d’allarme, accusando queste agenzie di precarizzare i lavoratori, non solo dell’edilizia ma anche dell’industria e del terziario. Queste agenzie mettono a disposizione delle imprese, secondo le loro esigenze, del personale per brevi periodi. Secondo l’Ufficio di statistica ticinese (Ustat) circa il 90% di questi lavoratori sono stranieri, soprattutto italiani, assunti a condizioni spesso scandalose, creando una concorrenza implacabile con i lavoratori fissi.

Nel 2002 l’Ustat recensiva 2313 lavoratori interinali nel cantone. Nel 2015 erano 10'000. In questo stesso periodo il numero di agenzie di collocamento specializzate nell’impiego di lavoratori interinali è triplicato, passando da 11 a 38. “Si tratta chiaramente di un affare lucrativo e aprire questo tipo di agenzie non è complicato”, assicura Renzo Ambrosetti. “Sul mercato – aggiunge - c’è un po’ di tutto. Alcune agenzie svolgono seriamente il loro lavoro, altre no”.

D’altra parte i sindacati ticinesi denunciano sempre più spesso casi in cui le agenzie di collocamento impiegano direttamente dei singoli lavoratori, quando la stessa legge federale sul collocamento e il personale a prestito (LC), che regolamenta le loro attività, permette unicamente di contrattare con delle imprese.

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“Se avete bisogno di un idraulico…”

“Se avete bisogno di un idraulico, per esempio, chiamate un’impresa idraulica, spiega Renzo Ambrosetti. Se è oberata di lavoro, per soddisfare la vostra richiesta, l’impresa può ricorrere a un lavoratore interinale, tramite un’agenzia. Ora, però, si osservano sempre più privati rivolgersi direttamente alla agenzie, aggirando le imprese, probabilmente per risparmiare.”

Le agenzie sono sotto pressione. Eric Gerini, direttore della Pemsa, leader nel collocamento di personale interinale in Ticino e presente nelle maggiori città svizzere, recentemente si è difeso sulla stampa svizzero italiana da simili attacchi, sottolineando la necessità del lavoro interinale. Gerini ricorda “a che punto un’agenzia che pubblica un annuncio di lavoro sia presa d’assalto da stranieri, quando invece le candidature di indigeni sono poche o addirittura inesistenti. È verosimile - aggiunge - che la copertura sociale di cui beneficiano i nostri disoccupati freni la loro disponibilità, soprattutto per un lavoro di breve durata.”

"I lavoratori stessi vogliono la flessibilità"

Responsabile aggiunto del servizio giuridico di Swissstaffing, l'associazione che rappresenta le agenzie di collocamento, Boris Eicher spiega il lavoro interinale

I collaboratori interinali non hanno relazioni contrattuali con l’impresa per la quale lavorano ma sono salariati dalle agenzie di collocamento. Queste ultime sono pagate dalle imprese che ricorrono ai loro servizi.  

Il lavoro interinale è destinato a svilupparsi?

Si, abbiamo osservato un aumento costante negli ultimi 10 anni e siamo ottimisti per il futuro. L’evoluzione del lavoro interinale dipende dall’economia globale, ne è lo specchio e coinvolge tutti i settori in particolare il terziario, l’industria e l’edilizia.

Ma il lavoro interinale precarizza i lavoratori…

Noi contestiamo fermamente queste affermazioni. Il mondo del lavoro è sempre più flessibile e i lavoratori stessi cercano questa flessibilità. Le agenzie di collocamento temporaneo permettono di rispondere rapidamente alle necessità delle imprese. Devono naturalmente rispettare gli standard minimi per quanto riguarda salario e tempo di lavoro. Secondo uno studio del 2014, la metà dei lavoratori interinali ha poi trovato un lavoro a tempo indeterminato entro 12 mesi dall’impiego temporaneo. Possiamo dunque pensare a questa forma di lavoro come un ponte verso un lavoro fisso.

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Link: L'articolo originale di Le TempsLink esterno

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