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Se n'è andata una leggenda, morto a Phoenix Muhammad Ali

L'ex pugile, tre volte campione del mondo dei massimi, combatteva da tre decenni contro il Parkinson. Famose le sue battaglie per i diritti civili

Questo contenuto è stato pubblicato il 04 giugno 2016

Se n'è andata la leggenda dello sport. Muhammad Ali si è spento all'ospedale di Phoenix, in Arizona, dove era ricoverato da due giorni per complicazioni respiratorie all'età di 74 anni. L'ex pugile tre volte campione del mondo dei pesi massimi e oro olimpico nel 1960 a Roma stava combattendo da tre decenni il match più duro, quello contro il morbo di Parkinson che gli fu diagnosticato a fine carriera.

Ma il suo ricco palmarès non spiega il mito che lo ha accompagnato per tutta la vita. La sfida con Foreman nel 1973 a Kinshasa è stato probabilmente l'evento sportivo più seguito di sempre ma la sua fama era dovuta non solo al suo inimitabile tecnica pugilistica. Muhammad Ali si è fatto conoscere soprattutto per le sue provocazioni e le sue battaglie per i diritti civili che lo fecero diventare un personaggio in un'America permeata ancora di razzismo e attraversata dalla contestazione negli anni '60.

Altri sviluppi

Dal cambio di nome (Cassius Clay era infatti per lui un retaggio della schiavitù) e di fede religiosa, al carcere per essersi rifiutato di arruolarsi durante il conflitto in Vietnam, decisione che gli è costata il primo titolo mondiale conquistato a spese di Sonny Liston.

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