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Contribuenti "recalcitranti", intesa tra Berna e Roma

Un nuovo impulso allo scambio di informazioni fiscali viene dal nuovo accordo italo-svizzero entrato in vigore lo scorso 2 marzo e che riguarda in particolare la specifica categoria delle “richieste di gruppo”.

Questo contenuto è stato pubblicato il 14 marzo 2017 - 22:00
tvsvizzera/spal
Keystone


Le domande, riferibili a fatti a partire dal 23 febbraio 2015 - data della firma del Protocollo di modifica della Convenzione contro le doppie imposizioni – coinvolgeranno gruppi di contribuenti identificabili in base a comportamenti, vale a dire senza l’indicazione nominativa.

Obiettivo dell’intesa è quello di ottenere informazione sui cosiddetti contribuenti recalcitranti, clienti che non hanno fornito le adeguate garanzie sulla provenienza dei fondi depositati presso istituti finanziari.

I due paesi si sono accordati sulla collaborazione, che secondo una nota ministeriale ha allineato lo scambio di informazioni tra i due paesi al più recente standard dell’OCSE, che comprenderà anche conti nel frattempo chiusi da parte dei titolari.

In concreto Roma si attende di ricevere “in via continuativa, a partire da settembre 2017, le informazioni nominative su italiani con disponibilità finanziarie presso un ampio numero di paesi”.

In quest’ottica la recente riapertura dei termini della Voluntary Disclosure, osserva il Ministero dell’economia e delle finanze, rappresenta un’importante opportunità per i contribuenti italiani che intendono regolarizzare la propria posizione fiscale con riguardo alle attività detenute all’estero in violazione delle norme fiscali”.  

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