Dipendente cantonale indagata per corruzione in Ticino
Un nuovo caso di presunta corruzione scuote l'amministrazione del Canton Ticino, già messa a dura prova dallo scandalo dei permessi facili scoppiato all'inizio dell'anno scorso e più recentemente dall'inchiesta Argo, dal nome della società che ha ottenuto un incarico diretto per la gestione della sicurezza in alcuni centri profughi pur non avendone apparentemente i requisiti.
Il caso venuto alla luce in questi giorni riguarda una funzionaria della Divisione Giustizia del Dipartimento Istituzioni, il cui marito avrebbe ricevuto due anni fa un prestito dell'ordine di alcune decine di migliaia di franchi da un detenuto. Non è chiaro al momento quali possano essere i vantaggi ottenuti da quel versamento.
Resta il fatto che la posizione della dipendente, indagata per corruzione passiva e subordinatamente per accettazione di vantaggi dalla procura ticinese, è piuttosto delicata dal momento che svolgeva la sua attività presso l'Ufficio dell'assistenza riabilitativa che si occupa anche di carcerati. Nei suoi confronti comunque il Cantone ha disposto l'apertura anche di un'inchiesta amministrativa.
Accusati nell'ambito dell'indagine condotta dal sostituto procuratore generale Andrea Pagani anche il marito (istigazione) e il detenuto (corruzione attiva). Al momento non sono stati ordinati provvedimenti restrittivi della libertà nei confronti della dipendente cantonale.
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