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Truffa Covid, a processo due imprenditori

I prestiti Covid garantiti dalla Confederazione hanno permesso a decine di migliaia di imprese di restare a galle. Alcuni imprenditori senza scrupoli ne hanno però approfittato. Keystone / Martin Ruetschi

Due imprenditori italiani residenti in Ticino saranno processati per una truffa da un milione e mezzo di franchi legata ai crediti Covid.

Questo contenuto è stato pubblicato il 23 febbraio 2021

Finirà in tribunale la vicenda che vede coinvolti due imprenditori italiani arrestati in gennaio con l'accusa di ripetuta truffa e falsità in documenti.

Secondo l'atto d'accusa, firmato martedì dal procuratore pubblico incaricato del caso, i due avrebbero alterato i bilanci di quattro delle loro società per aumentare l'entità dei prestiti erogati dalla Confederazione per mitigare le conseguenze legate alla crisi del coronavirus.

L'ordinanza federale limita questi crediti al massimo al 10% della cifra d'affari realizzata in un anno da una società.

I due imprenditori avrebbero investito il denaro indebitamente incassato in un'azienda attiva nel settore petrolifero.

Nei loro confronti, il procuratore pubblico intende chiedere una pena compresa tra i due e i cinque anni di carcere.

Il servizio del Quotidiano

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Prestiti rapidi e con poca burocrazia

Il sistema dei crediti Covid-19 era stato attuato dal Governo svizzero nel marzo dello scorso anno, poche settimane dopo lo scoppio della crisi e le prime chiusure.

Le misure adottate hanno permesso alle aziende, in particolare alle piccole e medie imprese, di usufruire di prestiti a tasso zero molto rapidamente e senza sottostare a una pesante burocrazia.

Questa facilità nell'ottenere i crediti ha però anche stimolato anche gli 'appetiti' di alcuni disonesti. In Ticino, ad esempio, sono in corso una trentina di procedure legate a questi prestiti per importi che si aggirano in media sui 200'000 franchi. Lo scorso dicembre, un imprenditore e il suo fiduciario sono stati condannati a rispettivamente 28 mesi di carcere, di cui otto da espiare, e a 12 mesi sospesi con la condizionale per aver ottenuto indebitamente 660'000 franchi.

Il tasso di frodi è comunque "molto basso", secondo la Segreteria di Stato dell'economia (Seco), che ha stabilito un piano di controllo per questi crediti. Attualmente, stando ai dati pubblicati sull'apposito sito relativo a questi prestitiLink esterno, sono state presentate poco più di 700 denunce penali (per un totale di 103 milioni di franchi di crediti erogati) su un totale di circa 136'000 fideiussioni.

tvsvizzera.it/mar con RSI (Il Quotidiano del 23.2.2021)

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