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Trump caccia anche il “moderato” Tillerson

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Questo contenuto è stato pubblicato il 13 marzo 2018 - 19:17
tvsvizzera/spal con RSI (TG del 13.3.2018)

Continuano i siluramenti nell’amministrazione USA: oggi è toccato a una vittima eccellente, il segretario di Stato Rex Tillerson che è stato cacciato da Donald Trump via Twitter. Il suo prestigioso posto sarà ricoperto dal direttore della Cia Mike Pompeo.

Alla testa dell’agenzia di informazione è stata a sua volta nominata Gina Haspel che diventa così la prima donna a occupare quell’influente posizione.

Rex Tillerson era stato avvisato venerdì scorso dal capo dello staff della Casa Bianca John Kelly delle intenzioni del presidente, mentre si trovava in un viaggio diplomatico in Africa che si è concluso in anticipo. Secondo la Cnn però il ministro degli Esteri statunitense ha avuto notizia del fatto che oggi sarebbe stato il suo ultimo giorno di lavoro dal tweet di Donald Trump.

La decisione non giunge inattesa: Rex Tillerson, che incarnava l’ala moderata dell’amministrazione USA, si è trovato spesso in disaccordo con la Casa Bianca nel corso dell’ultimo anno. In particolare il presidente lo ritiene 'troppo parte dell'establishment' e per questo motivo, aggiunge sempre Trump, la sua sostituzione è “importante ora che sono in corso i preparativi per l'incontro con il leader della Corea del Nord Kim Jong-un e le trattative per le modifiche" del Nafta, l'accordo di libero scambio fra Stati Uniti, Canada e Messico.

Ma all’orizzonte, scrive il New York Times che per primo ha dato la notizia dell’avvicendamento, vi sono altri scossoni nel governo. Nelle ultime settimane sono infatti circolate voci di altri siluramenti che potrebbero colpire il ministro della Giustizia Jeff Sessions e il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca H.R. McMaster.

Dal profilo politico gli analisti hanno osservato che tra i collaboratori più stretti di Donald Trump sta crescendo il predominio dei cosiddetti falchi. Il nuovo segretario di Stato Mike Pompeo è fautore della linea dura con Corea del Nord e Iran mentre ha sempre minimizzato il Russiagate.

Gina Haspel, che lavora dal 1985 alla Cia, è invece conosciuta per i metodi non ortodossi utilizzati nella gestione di una prigione segreta in Thailandia, nella quale sarebbero stati interrogati, con procedure non autorizzate come il waterboarding, alcuni sospetti militanti di al Qaida.

 

 

 

 

 

 

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