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Migranti, timori in Ticino per la svolta di Roma

Immigrati fermati alla stazione di Chiasso. © Ti-press

La sospensione temporanea dell’accordo di Dublino da parte di Roma crea disagi in Ticino dove una decina di migranti attende di essere rinviata oltre confine. Le autorità assicurano però che per il momento la situazione è gestibile.

Questo contenuto è stato pubblicato il 13 aprile 2023 - 08:52
tvsvizzera.it/spal

La Segreteria di Stato della migrazione (SEM) ha scritto ai Cantoni chiedendo di interompere le procedure di rinvio verso l'Italia dei profughi e delle profughe fino a inizio maggio.

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Dallo scorso dicembre Roma, alle prese con un sensibile incremento di sbarchi sulle sue coste meridionali che l'ha indotta a dichiarare martedì lo stato di emergenza, ha sospeso il regolamento di Dublino che impone al primo Paese d’arrivo dei e delle migranti di farsene carico dal profilo amministrativo.

Questo significa che gli stranieri e le straniere che si trovano in questa situazione non possono essere accompagnati alla frontiera, almeno fino al prossimo 2 maggio, secondo la comunicazione di Berna.

+ Almeno sino a inizio maggio l'Italia non riprenderà i rifugiati.

Nulla lascia comunque presagire che a tale data cambi qualcosa, anche perché con la stagione calda si moltiplicheranno gli arrivi in Europa dalle coste nordafricane.

Per la responsabile della Sezione della popolazione del Canton Ticino Silvia Gada ci troviamo "in una situazione sospesa", e "questo non fa bene a nessuno". Per ora, a livello di numeri, la situazione è gestibile, spiega Gada, “ma se dovesse perdurare aumenterebbe il disagio”.

+ Roma dichiara l'emergenza migranti

E intanto i cantoni, chiamati a farsi carico degli immigrati e delle immigrate, invocano una gestione proattiva in questa delicata fase da parte della Segreteria di Stato della migrazione.

Secondo la SEM sono attualmente circa 300 le persone rifugiate in Svizzera che dovrebbero essere trasferite in Italia. Roma però al momento non ha sospeso l’intesa bilaterale italo-svizzera che la obbliga a riprendere gli stranieri in transito che non intendono depositare una richiesta d’asilo presso le autorità elvetiche, sulla base di una procedura accelerata.



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