Meno uva, ma è buona
Il 2021 è stato un’annata anomala per la viticoltura a sud delle Alpi e ha messo in difficoltà i viticoltori: a dirlo è la Federviti che spiega che è iniziata bene, ma che in luglio, a causa della grandine e delle forti precipitazioni ha rischiato di essere compromessa. Le ultime settimane, asciutte, si sono però rivelate essere preziose per la maturazione.
Manca poco alla vendemmia, ma i grappoli sono ancora immaturi. Giuliano Maddalena, presidente della Federviti ticinese, però, non vuole sentir parlare di vendemmia ritardata: “Si farà in ritardo di un paio di settimane rispetto agli ultimi anni, ma siamo in linea con la vendemmia cui eravamo abituati fino a qualche anno fa”.
Non è possibile per ora conoscere la quantità fi uva che verrà raccolta ma una cosa è certa: il maltempo non ha influito sulla qualità. Le difficoltà ci sono state, “per esempio per effettuare i trattamenti”. Anche le precipitazioni e le grandinate causeranno maggior lavoro ai viticoltori, però, ribadisce Maddalena, a livello di qualità non ci sono dubbi “sarà ancora un’ottima annata”.
I cambiamenti climatici, poi, hanno un ruolo importante per il futuro dei vini sudalpini: le grandinate sempre più frequenti rendono indispensabili le reti protettive anche nel Sopraceneri, dove non erano necessarie fino a pochi anni fa.
Un ulteriore passo in avanti nella conoscenza del settore vitivinicolo è anche lo studio in corso sulle caratteristiche e la gestione dei vigneti ticinesi. Studio che ha già constatato che alcuni vigneti non avranno difficoltà per continuare ad essere sfruttati perché in posizioni favorevoli, di pianura e con ampie possibilità di meccanizzazione dei lavori. Altri invece si trovano in situazioni meno comode, di collina ma hanno un altro vantaggio: “rappresentano qualcosa di molto importante dal punto di vista paesaggistico”, spiega il presidente della Federviti sezione Bellinzona e Mesolcina Mirto Ferretti.
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