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Epidemia dopo epidemia, l'umanità non cambia

Antonio Zanchi, "La peste del 1630" Keystone / Str

La storia della letteratura è piena di riferimenti a epidemie e a come l'uomo si è comportato in queste difficili occasioni. Intervista allo scrittore italiano Siegmund Ginzberg che nel suo "Racconti contagiosi" ha raccolto centinaia di testimonianze letterarie.

Questo contenuto è stato pubblicato il 05 febbraio 2021 - 21:02

Misure di contenimento, negazionisti, voglia di riaprire. Sono termini con cui ci confrontiamo ormai quotidianamente. Ma non sono nulla di nuovo. Basti pensare al suicidio di Romeo, il cui estremo gesto sarebbe stato evitato se i frati che dovevano comunicargli che Giulietta non era in realtà morta non fossero stati in quarantena forzata.

Da Boccaccio a Virginia Woolf, la letteratura è disseminata di testimonianze e racconti legate a un'epidemia. Testimonianze, raccolte in "Racconti contagiosi" di Siegmund Ginzberg, che ci fanno capire come l'essere umano nel corso dei secoli non è cambiato. L'intervista della Radiotelevisione svizzera.    

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tvsvizzera.it/Zz con RSI (TG del 05.02.2021)

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