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Storie di confine, addio a Erminio Ferrari

tvsvizzera

Se ne è andato sui monti di casa sua e che amava più di ogni altra cosa - il Pizzo Marona nel parco nazionale della Val Grande (Verbano-Cusio-Ossola) – Erminio Ferrari, brillante e fine narratore di storie di confine.

Questo contenuto è stato pubblicato il 18 ottobre 2020 - 09:15

Proprio la "Valgranda", protagonista di un suo libro pubblicato nel 1996, gli è stata fatale durante un'escursione mercoledì.

Nato a Cannobio, paese sulla sponda destra del Lago Maggiore sul confine con la Svizzera, lo scrittore era responsabile della pagina Esteri del quotidiano bellinzonese laRegione Ticino.

Ma la sua passione erano i libri in cui narrava mirabilmente vicende di contrabbandieri e partigiani sui monti tra Ossola, Ticino e Vallese: In Valgranda (1996), Contrabbandieri (1997), Passavano di là (2002), Fransé (2005), La liberazione (2006). Racconti popolari filtrati dalla nitida e pregnante penna dello scrittore che ha ricostruito memorie e vicende collettive, oscillando costantemente tra il romanzo e il saggio storico.

L'attività di giornalista in Ticino, prima all'"Eco di Locarno" e successivamente alla "Regione", lo aveva portato a investigare su tragedie come quella di Robiei del 1966: il 16 febbraio di quell'anno quindici operai italiani e due pompieri di Locarno morirono per le esalazioni di gas che ristagnava in un cunicolo del cantiere di una centrale idroelettrica tra Val Bavona e Valle Bedretto.

Evento ricordato nel libro "Cielo di stelle" del 2017 in cui Erminio Ferrari ha ripercorso le testimonianze raccolte nel 1991 nella sua attività di giovane cronista, a 25 anni da quei fatti, e le ha rielaborate e rinnovate facendone un affresco corale più ampio sulla migrazione italiana in Svizzera.

Nell'intervista video che segue, effettuata in occasione dell'uscita del libro, lo scrittore piemontese descrive le peculiarità di quel fenomeno che accomuna le popolazioni insubriche: "La frontiera ti porta la gente a scavalcarla" osserva nell'intervista Erminio Ferrari, a riprova del rimescolamento e della commistione tra le genti a cavallo del confine italo-svizzero.


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