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La vita valposchiavina da un punto di vista femminile

L'ex consigliera nazionale Slva Semadeni ha voluto raccontare la storia della Val Poschiavo dal punto di vista delle donne. Keystone / Anthony Anex

Il libro della storica Silva Semadeni, ex consigliera nazionale, "Le cinque Ave: storie di donne poschiavine dell'Ottocento" descrive la vita e l’emigrazione dei pasticceri della Val Poschiavo (nel canton Grigioni) da un punto di vista ancora poco conosciuto: quello femminile.

Questo contenuto è stato pubblicato il 31 dicembre 2022
tvsvizzera.it/mrj

Fra le pagine del libro della storica ed ex consigliera nazionale Silva Semadeni "Le cinque Ave" si cela la storia di cinque donne valposchiavine vissute fra gli inizi del 1800 e metà 1900. Vite non straordinarie, che però secondo Semadeni vale la pena di raccontare. L'opera è frutto di tre anni di ricerche, svolte dalla storica una volta archiviata la sua carriera politica.

Il viaggio nel tempo è cominciato con una fotografia e ha portato Semadeni a Poschiavo, dove alcuni posti sono rimasti immutati nei decenni. Come l'attuale Cà da Cumün, dove le cinque protagoniste del libro hanno vissuto in seguito ai decessi dei loro mariti e generi. Episodi drammatici che hanno avuto delle conseguenze sulle loro vite, in "una società patriarcale dove le donne non erano autonome e dipendevano sempre da qualche uomo", spiega l'autrice.  

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La storica descrive la sua ricerca come un giallo, che l’ha portata a visitare diversi archivi, da Poschiavo, alla Spagna alla Danimarca, Paesi dove le famiglie delle protagoniste (Orsola, Leonita, Eugenia e due Angeline) sono emigrate. Un viaggio sorprendente poiché, spiega, pensava che non avrebbe trovato niente "perché le donne di solito non lasciano testimonianze scritte. Però, malgrado tutto, ho trovato – indirettamente – tanti indizi sulla loro vita che mi hanno permesso di ricostruire le fasi più importanti".  

"Ho sempre cercato il ruolo delle donne nella storia", ha spiegato l'autrice ai microfoni della Radiotelevisione della Svizzera italiana RSI. "Già quando ho concluso gli studi la mia licenza riguardava le donne operaie. Mi sembra importante che anche le donne trovino spazio nella storia, perché solo così il mosaico è completo. Senza le donne non esisteva neanche la storia degli uomini".

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