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La Svizzera fa tremare l’Argentina di Messi

Il fatidico palo colpito da Dzemaili, con il portiere Romero che sta a guardare keystone

A San Paolo solo il palo e una palla persa in mediana frenano la squadra rossocrociata che se la gioca alla pari con i sudamericani. Eroici Shaqiri, Behrami e Rodriguez

Questo contenuto è stato pubblicato il 03 luglio 2014 - 11:56

Il sogno elvetico si è infranto contro il palo colpito di testa da Dzemaili nei minuti finali del secondo tempo supplementare, al termine di un ottavo di finale giocato assolutamente alla pari con l'Argentina dei vari Messi, Di Maria e Higuain. Sono lì a testimoniarlo le grandi occasioni sciupate da Xhaka e Drmic nei primi 45 minuti. Ma anche lo scoramento dei calciatori sudamericani, dovuto anche a un evidente calo fisico, nel corso del primo tempo supplementare in cui i rossocrociati sono saliti in cattedra e hanno dato l'impressione di poter sferrare il colpo del k.o.

Ma una sciagurata palla persa nella tre quarti svizzera dallo juventino Liechsteiner, peraltro assoluto gladiatore della fascia e della mediana insieme a Behrami e Rodriguez (per citarne solo un paio), ha consentito a Messi di liberare l'accorrente Di Maria, che non ha perdonato l'incolpevole Benaglio, condannando così la Svizzera che saluta i mondiali brasiliani.

Restano comunque le incredibili emozioni, forse mai provate dagli appassionati elvetici (almeno da 60 anni a questa parte), regalate dall'undici guidato dal dimissionario Ottmar Hitzfeld. È vero, anche 4 anni fa i giocatori elvetici avevano battuto nel primo turno i futuri campioni mondiali della Spagna. Ma, al di là della riprova della crescita evidente del movimento calcistico elvetico, si era trattato di un episodio, vanificato dalla successiva eliminazione a seguito dello scialbo pareggio con l'Honduras. Mentre nei precedenti mondiali fatali furono i rigori negli ottavi con l'Ucraina.

Oggi è invece completamente diverso, poiché c'è la chiara consapevolezza di aver giocato alla pari con l'Argentina dei pluricampioni e dei palloni d'oro e di aver mancato il sogno essenzialmente per fattori esogeni, o detto altrimenti, unicamente per mancanza di fortuna. Una componente che prima o poi premierà anche i nostri calciatori. Intanto all'Arena Corinthians di San Paolo oggi il Messi lo ha fatto per lunghi tratti il ventiduenne Shaqiri. Ci rivedremo tra 4 anni in Russia…

l.s.

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