La regione di Kiev è libera
L’intera regione della capitale ucraina Kiev è stata riconquistata: ad annunciarlo, sabato in serata, è stata la vice-ministra della difesa ucraina Hanna Malyar.
Nella serata di sabato il Ministero della difesa ucraino ha fatto sapere che l'intera regione di Kiev è stata liberata. Le forze armate russe, secondo diverse fonti, si sono ritirate e starebbero concentrando le loro forze nel sud e nell'est dell’Ucraina, dove si trova anche la città portuaria di Mariupol. E proprio a Mariupol anche oggi la Croce Rossa ha continuato nel tentativo di aprire un corridoio umanitario, dopo il fallimento di ieri. Decine di migliaia di abitanti vi sono ancora bloccati.
Il consigliere presidenziale ucraino - citato dal quotidiano britannico Guardian – prevede che proprio a Mariupol si svolgeranno pesanti battaglie, perché questa località portuaria è una via chiave per la strategia di spostamento dei russi.
A confermarlo ai microfoni della RSI anche l’inviata a Mosca del quotidiano La Repubblica Rosalba Castelletti. L’impressione, dice, è che sia un tentativo di guadagnare tempo. “Si dice che Putin non creda nei negoziati”. Le truppe si starebbero raggruppando per occuparsi di obiettivi più concreti e fattibili, primo tra tutti il controllo del Donbass. Mosca ha dal canto suo reso noto che nel corso della notte sono state messe fuori uso delle basi militari aeree e dozzine di obiettivi militari, soprattutto nelle regioni di Lugans e Poltava, sono andati distrutti.
La Turchia ha intanto fatto sapere, per voce del suo ministro della difesa, di essere pronta a fornire navi per l'evacuazione di Mariupol, principalmente per il trasporto di civili e feriti.
Le sanzioni imposte alla Russia hanno iniziato a farsi sentire, ma in maniera ancora abbastanza lieve: nei supermercati mancano molti prodotti d’importazione europea, che però vengono gradualmente sostituiti da articoli cinesi o coreani. Iniziano però a scarseggiare molti farmaci, anche se i pazienti sono per ora riusciti a fare scorta.
Il presidente russo sembra inoltre essere sempre più isolato e starebbe diminuendo il numero di consiglieri di cui sembra fidarsi. Nessuna conferma né smentita è inoltre giunta dal Cremlino dopo l’uscita di un’inchiesta giornalistica che vedrebbe peggiorate le condizioni di salute del numero uno del Cremlino.
Nuove proteste in Svizzera
Continuano invece le proteste in Svizzera: anche questo sabato a Berna circa 5'000 persone sono scese in piazza per chiedere un cessate il fuoco immediato. Tra i manifestanti erano presenti i rappresentanti di numerosi partiti, dalla destra alla sinistra, sindacati, organizzazioni civili e religiose. Tutti all’unisono hanno chiesto, oltre alla fine del conflitto, anche che la Svizzera accolga i profughi e che sostenga la stessa anche nelle nazioni limitrofe all’Ucraina.
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