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Coronavirus, lunedì decolla l'app Immuni

L'app per tracciare i contagi sarà operativa su tutto il territorio italiano a partire dal 15 giugno, secondo quanto ha confermato venerdì il premier Giuseppe Conte.

Questo contenuto è stato pubblicato il 12 giugno 2020 - 17:16
tvsvizzera/spal con RSI (TG del 12.6.2020)
Ap


L'applicazione per smartphone, che si inserisce nella strategia per tenere sotto controllo il coronavirus una volta passata l'ondata pandemica, avvertirà l'utente nel caso sia entrato in contatto con persone risultate positive al virus e consentirà di risalire alla catena di eventuali contagi.

"La potete scaricare con sicurezza, serenità e tranquillità perché tutela la privacy, ha una disciplina molto rigorosa, non invade gli spazi privati", ha ribadito il capo del governo cercando di fugare i dubbi che accompagnano il suo lancio.

Non sono pochi infatti gli interrogativi sul tavolo, a iniziare dai ritardi con cui viene introdotta (nonostante sia una delle prime in Europa), considerato soprattutto il drastico calo dei contagi delle ultime settimane. La questione della privacy, che tanto fa discutere, sembra essere chiarita dalle valutazioni rese da istituti internazionali. Prodotta dalla società milanese Bending spoons, Immuni è una piattaforma dello Stato, così come i server dove vengono raccolti i dati, che fanno capo alla Sogei Spa, controllata dal Ministero dell'economia e delle finanze.

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In ogni caso non è prevista alcuna condivisione di nome, cognome, indirizzo, numero di telefono, contatti, geolocalizzazione. I codici che vengono scambiati tra smartphone che entrano in contatto sono cifrati e anonimi. Occorre però tenere acceso il bluetooth affinché i telefonini possano interagire tra loro ed eventualmente inviare le segnalazioni di esposizione potenziale al virus.

C'è poi la questione della discrezionalità relativa alla segnalazione di eventuali positività riscontrate: la persona che risulta infetta non è infatti obbligata a comunicare il suo stato all'interno dell'app.

E inoltre, per avere una sua efficacia, è indispensabile da un lato che una quota importante della popolazione, superiore al 60%-70%, la utilizzi, e dall'altro che venga effettuato un numero consistente di test sierologici, circostanza questa che la cronaca di questi giorni sembra al momento escludere. Ad ogni modo nei primissimi giorni della fase test in cui l'app è stata resa disponibile oltre due milioni di cittadini l'hanno subito scaricata.

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