Armi a Putin, perquisizioni alla Ruag
Alcuni uffici in diverse località elvetiche dell’azienda pubblica Ruag, attiva nella produzione di armamenti, sono stati oggetto di perquisizioni da parte del Ministero pubblico della Confederazione in relazione a presunte forniture illegali destinate alla Russia.
L’inchiesta federale, che ipotizza i reati di violazione della legge sul materiale bellico, pratica commerciale scorretta e amministrazione infedele, è stata aperta in seguito alla denuncia penale partita dalla stessa impresa di proprietà della Confederazione che aveva dato seguito a una soffiata.
Scarne le informazioni rilasciate dalla Procura federale, che ha confermato la notizia pubblicata dalla HandelszeitungLink esterno. Secondo il settimanale economico sarebbero due i personaggi su cui si concentrano le attenzioni degli inquirenti: un dirigente della divisione munizioni e il responsabile per la Russia della banca d’affari Julius Baer.
La coppia, secondo la testata del gruppo Ringier, avrebbe condotto un commercio d’armi parallelo, stipulando accordi milionari all’insaputa della RuagLink esterno, che non è oggetto dell’inchiesta. Le indiscrezioni di stampa riferiscono di equipaggiamenti tecnici e armi indebitamente finiti al servizio di sicurezza del presidente russo Vladimir Putin.
La banca privata ha fatto sapere di avere aperto un’indagine interna sui fatti contestati al suo dipendente.
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