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Il Governo non dà concessioni sulla riesportazione di materiale bellico svizzero

Mowag Piranha, veicoli trasporto truppe, di produzione rossocrociata. Keystone / Martin Ruetschi

L'argomento continua ad essere caldo e, dopo una certa apertura mostrata dal Parlamento, il Consiglio federale ribadisce invece la propria posizione di neutralità.

Questo contenuto è stato pubblicato il 10 marzo 2023 - 20:50
tvsvizzera.it/MaMi con Keystone-ATS

No a qualsiasi esportazione di materiale bellico di produzione elvetica da parte di Paesi terzi. È quanto ha confermato oggi il Consiglio federale, ribadendo di voler continuare con la prassi attuale, basata sulla legge in materia e sulla lunga tradizione in campo umanitario della Svizzera in quanto Stato neutrale.

In Parlamento si è discusso del tema, ricorda l'Esecutivo in una nota, aggiungendo che continuerà a seguire il dibattito alle Camere e si pronuncerà nuovamente, se necessario, nel quadro del suo parere sulle iniziative parlamentari. Nel corso dell'ultima sessione, infatti, la Camera alta ha confermato il proprio sostegno alla linea del Governo, mentre la Camera bassa ha invece mostrato - sotto determinate condizioni - apertura nei confronti della riesportazione.

Sottolinea inoltre che neutralità non significa indifferenza nei confronti dell'aggressione russa in Ucraina. In più occasioni Berna ha condannato con fermezza l'aggressione chiedendo la cessazione delle ostilità e il ritiro delle truppe russe dall'intero territorio ucraino, prosegue il Governo, aggiungendo che la Svizzera riprende inoltre le sanzioni dell'Unione europea.

Consiglio federale e Amministrazione hanno pertanto respinto le richieste giunte negli ultimi 12 mesi da Germania, Danimarca e Spagna per il trasferimento di materiale bellico di provenienza elvetica all'Ucraina facendo leva sul relativo articolo di legge (22a capoverso 2 lettera a della legge sul materiale bellico, LMB). Le richieste non sono infatti autorizzate se il Paese destinatario è implicato in un conflitto armato interno o internazionale, come nel caso di Russia e Ucraina.

Nella sua nota, il Consiglio federale ricorda che, nel quadro della revisione della LMB, aveva espresso la volontà di mantenere il margine di manovra di questo articolo, poi abrogato dalla revisione, e che la sua posizione rimane la medesima.

Dall'annessione russa della Crimea nel 2014 la Svizzera ha pure applicato il diritto di neutralità alle relazioni con la Russia e l'Ucraina. Questo approccio è rimasto invariato anche in seguito all'aggressione militare russa. In virtù della quinta Convenzione dell'Aia del 1907, nelle esportazioni di armi va rispettato il principio della parità di trattamento, rileva l'Esecutivo.

Come stabilito dall'articolo 2a dell'Ordinanza che istituisce provvedimenti in relazione alla situazione in Ucraina, dal 23 novembre 2022 è inoltre in vigore un embargo generale sugli armamenti nei confronti di Russia e Ucraina.

Il Consiglio federale ha tuttavia dichiarato che rimane possibile fornire materiale bellico ad aziende europee produttrici di armi; si tratta infatti di una tipologia di esportazioni compatibile con il diritto di neutralità.
 

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