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Il calcetto dove prima si nuotava

Un pallone e un prato dove prima c'era l'acqua. tvsvizzera
Questo contenuto è stato pubblicato il 15 luglio 2022 - 05:30
Simone Della Ripa

A Monvalle (VA), sulla sponda lombarda del Lago Maggiore, i titolari di un campeggio hanno creato un campo "a sfioro" sul lago per effetto della siccità

Basta osservare le fotografie che si trovano sul sito che pubblicizza il campeggio di Monvalle, nel varesotto, per fare un raffronto e rendersi conto di quanto si è ritirato in quel punto il lago Maggiore in Italia a causa dello stato siccitoso.

D'estate, come ha spiegato Federica Brun, la gerente della struttura che ospita turisti provenienti da Olanda, Svizzera, Austria, Germania, Italia, in questo lembo di terra il livello dell'acqua di solito si abbassava in maniera quasi fisiologica, quindi senza destare grosse preoccupazioni. Con andamenti ciclici, di più in agosto prima della stagione delle piogge.

A preoccupare è invece questa estate 2022, dove per metter i piedi a mollo bisogna percorrere oltre un centinaio di metri dal muretto segnato in maniera naturale dall'acqua che abitualmente è in questo spazio di lago Maggiore. Le alluvioni lasciano una riga nera di fango, la placida acqua di lago ha decolorato il muraglione che lo separa dalla costruzione adibita alla ristorazione ed al relax. Oggi dove c’era acqua c'è l'erba verde, la sabbia di quello che dovrebbe essere il fondale e finanche i legni modellati dalla corrente.

Proprio questo stato di cose ha portato alla mente quanto avvenuto trent'anni fa in quel punto, dove pure il lago non era così basso, quando decisero di comprare delle reti da calcio per sfruttare l'area in secca. Oggi come allora, dove l'area colpita è maggiore, i gestori con il personale hanno deciso di rimettere in pista quel progetto in maniera più professionale.

Ecco allora montate le reti da calcetto, abbondante gesso per limitare il campo con tanto di spalti naturali e due panchine: una per la squadra locale composta dallo staff della struttura, si chiama "Lido di Monvalle" il gruppo di giocatori, l’altra per gli ospiti che possono essere turisti del camping, altri sportivi del territorio, insomma chiunque voglia giocare davvero a bordo lago magari rinfrescandosi con un tuffo a fine partita.

Questa "cartolina" ha suscitato interesse anche nei media internazionali perché è un'immagine simbolica, forte, di quanto sta accadendo al clima in un'area prealpina ed alpina, con squadre che tirano calci ad un pallone dove prima giravano barche e si faceva il bagno.

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