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I monopattini (elettrici) della discordia

Divieto di accesso per le due ruote elettriche © Keystone / Michael Buholzer

Si va verso un giro di vite ai monopattini elettrici che negli ultimi anni si sono moltiplicati nelle città elvetiche (e non solo). Diverse municipalità hanno adottato provvedimenti restrittivi per frenare gli abusi e hanno rinunciato al servizio di noleggio.

Questo contenuto è stato pubblicato il 08 maggio 2023 - 17:32
tvsvizzera.it/spal

Finora le autorità chiudevano un occhio. I monopattini sembravano la soluzione per ridurre il traffico veicolare nei congestionati centri delle città e una valida alternativa ai mezzi pubblici. Una mobilità sostenibile e più rispettosa dell’ambiente per il tipo di propulsione priva di emissioni inquinanti.

Ma la loro anarchica proliferazione - insieme a quella delle biciclette elettriche che dalla pandemia hanno conosciuto un vero boom e problematiche analoghe -, il crescente numero di incidenti, i parcheggi selvaggi e la condotta spericolata di molti/e conducenti hanno spinto numerose amministrazioni locali a prendere misure contro questi mezzi.

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Più problemi che benefici

Il traffico, indicano alcuni studi condotti sul tema, non è infatti diminuito, i potenziali conflitti con biciclette e pedoni sono aumentati, così come i consumi energetici complessivi, e in diversi casi sono stati addirittura la causa di incidenti gravi: l’anno scorso tre morti e 114 feriti in modo serio. A creare i maggiori problemi sono i monopattini a noleggio, che si sono rapidamente diffusi nei principali centri.

Parigi, su indicazione dei suoi abitanti che si sono espressi alle urne, per limitare il fenomeno ha proibito dal prossimo settembre le attività di locazione delle due ruote.

Per il momento in Svizzera non si prevedono analoghi divieti e l’approccio continua ad essere piuttosto liberale ma la questione fa discutere e le opposizioni, trasversali tra i partiti, stanno crescendo. E tra di essi figurano anche sostenitori della mobilità dolce, come diversi esponenti ecologisti, secondo i quali il breve ciclo di vita delle batterie di questi mezzi li rendono non ottimali dal profilo ambientale.

Il caso Zurigo

A Zurigo, dove sono state rilasciate ad alcune società del settore concessioni per 4'000 veicoli in affitto, il dibattito è particolarmente acceso, anche perché lo scenario cui si assiste quotidianamente nella città sulla Limmat non è dei più edificanti. I monopattini lasciati sui marciapiedi, lamentano le e i residenti, hanno trasformato le vie dei centri urbani in un percorso ad ostacoli.

Intanto nel Comune zurighese di Wetzikon, il secondo più popoloso nel cantone, le autorità hanno rinunciato, su pressione della popolazione, al progetto di introdurre il servizio di noleggio. Analoga decisione è stata presa dagli amministratori di Yverdon (Canton Vaud) che non hanno dato seguito alle richieste delle società di noleggio, preferendo il servizio gratuito di biciclette (tradizionali) sul suolo comunale.

Meno tolleranza anche in altri centri

Anche Losanna ha dichiarato guerra all’impunità e oltre a intensificare i controlli, gli agenti locali hanno fatto sapere che saranno sistematicamente applicate le norme (e le previste infrazioni) sulla circolazione stradale. Nel corso dell’anno saranno comunque effettuate campagne di sensibilizzazione mirate, ha riferito la polizia cittadina, analoghe a quelle condotte l’anno scorso per le biciclette elettriche.

A Berna, per limitare il caos sulle strade, si prevede di creare degli hub della mobilità in cui saranno raggruppati tutti i veicoli a noleggio, compresi gli e-monopattini. Basilea attira i fornitori con norme che incentivano l’uso di questo mezzo e le opinioni in merito tra la popolazione, riportano i media locali, sono contrastanti.

Nel Cantone di Basilea Città sono attualmente in sospeso due mozioni che chiedono di intervenire sulla situazione dei parcheggi selvaggi. Eventuali restrizioni non sono comunque previste prima del 2024.

A Ginevra questi veicoli, autorizzati a viaggiare a una velocità massima di 20 km/h unicamente sulle strade o sulle piste ciclabili, hanno visto crescere l’anno scorso gli incidenti in cui sono stati coinvolti del 40% (da 51 a 71). Nel 2020 erano stati solo 21.

Le piste ciclabili realizzate oggi hanno una struttura che consente una circolazione sicura e una compatibilità con le biciclette, rileva un portavoce del Dipartimento cantonale delle infrastrutture, ma a volte, aggiunge, allo sviluppo infrastrutturale della mobilità dolce dovrebbe seguire un comportamento adeguato delle e degli utenti.

Nella Svizzera italiana a prendere l’iniziativa è la città di Lugano dove da agosto, dopo un periodo di tolleranza e sensibilizzazione, vengono inflitte multe. Finora ne è stata inflitta una cinquantina in riva al Ceresio.

Le regole in Svizzera

Le disposizioni in Svizzera, che larga parte degli utenti continua a ignorare, prevedono limiti di potenza (500 watt) e velocità (20 km/h) per questi veicoli a due ruote, che devono essere anche muniti di appositi fanalini, campanelli e freni anteriori e posteriori. Inoltre le e i conducenti devono aver compiuto 16 anni (14 se titolari di una patente per ciclomotori o veicoli agricoli).

È inoltre severamente vietato transitare sui marciapiedi, riservati ai pedoni, con i quali vi sono spesso latenti conflitti, dovuti all’uso improprio dei veicoli a due ruote. Non è invece prescritto l’uso obbligatorio del casco, anche se è fortemente raccomandato.

A questo proposito va segnalato che lo scorso mese di settembre la polizia friburghese ha sequestrato a un 39enne a Bulle un monopattino elettrico in grado di sfrecciare a 148 km/h (128 oltre il consentito) da 11'000 watt. Questo non sembra affatto essere, come riportano regolarmente le cronache, un caso isolato.

In Italia sta per essere varata una stretta che prevede dotazioni particolari sul mezzo, come le frecce e il doppio freno a disco, casco obbligatorio e targa. Nel 2023 si sono contate otto vittime nel Paese.

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