I ghiacciai ticinesi agonizzano
Quella dei ghiacciai ticinesi è la cronaca di una scomparsa annunciata: entro 10 anni potrebbero non esserci più, se ci saranno ancora inverni con poca neve ed estati bollenti. Il ghiacciaio del Cavagnoli, per esempio, è arretrato di 300 metri, e sarà il primo a non sopravvivere.
L’arretramento medio dei ghiacciai ticinesi negli ultimi 12 mesi è stato di 2-3 volte superiore rispetto a quanto registrato negli ultimi anni. Oltre al record del Cavagnoli, si sono ritirati anche il Basodino (29 metri), il Valleggia (29 metri), il Bresciana (18,5 metri), il Corno (16 metri) e il Tencia (15 metri).
Stando a quanto affermato da Mattia Soldati dell’Ufficio dei pericoli naturali e degli incendi ai microfoni della Radiotelevisione della Svizzera italiana, “i record di scioglimento del 2003 sono stati polverizzati”.
Non finiscono qui le brutte notizie: tutti questi ghiacciai potrebbero non superare i prossimi 10 anni. Il Basodino, per esempio, ha perso 12 metri di spessore in meno di 20 anni. È però il Cavagnoli quello destinato a lasciare dietro di sé rocce e detriti per primo.
Lo scioglimento ha inoltre effetti collaterali, come spiega Soldati: “Il limite di equilibrio per la sopravvivenza dei ghiacciai è di 4'000 metri troppo alto per il Ticino. Soluzioni non ci sono, men che meno i teli di protezione (come si è invece fatto per altri ghiacciai elvetici più grandi, ndr). Pare di essere di fronte ad un'agonia che possiamo solo guardare”.
Se volete condividere con noi osservazioni su un argomento sollevato in questo articolo o segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.