Fine dell'accordo sui cereali sul Mar Nero, ripercussioni minime sulla Svizzera
Un accordo che per un anno ha garantito l'esportazione sicura di grano ucraino attraverso il Mar Nero è scaduto lunedì sera, scatenando il timore di problemi di approvvigionamento alimentare a livello globale.
"Le conseguenze per la Svizzera saranno minime", ha dichiarato martedì mattina alla Radiotelevisione della Svizzera romanda RTS il capo della federazione dei produttori svizzeri di cereali. "Potremmo incontrare ulteriori difficoltà in termini di logistica e trasporto, ma l'approvvigionamento è assicurato".
I cereali per l'alimentazione animale potrebbero risentire maggiormente della scadenza dell'accordo, ha proseguito Pierre-Yves Perrin. "È su questo fronte che i mercati saranno più rigidi nelle prossime settimane". Tuttavia, anche se "potrebbe essere un po' complicato, le quantità necessarie potranno arrivare", ha detto.
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L'intesa non è stata prolungata in seguito al ritiro della Russia, che ha dichiarato di non poter più garantire la sicurezza delle navi da carico. Pessima notizia, secondo l'ONU: la rottura dell'accordo rischia di "colpire le persone bisognose ovunque" e diverse regioni in Africa e Asia rischiano la carestia.
Mosca ha fatto sapere che se le richieste di migliorare le esportazioni di grano e fertilizzanti fossero state soddisfatte, avrebbe preso in considerazione la possibilità di ristabilire l'intesa.
Tuttavia, il Segretario generale dell'ONU Antonio Guterres ha dichiarato che è terminato anche un patto delle Nazioni Unite che mirava a facilitare le spedizioni della Russia nell'ultimo anno.
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