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Disney, addio al privilegio fiscale

Il colosso si è opposto alla legge "Don't say gay" e lo Stato della Florida interviene Keystone / Jerome Favre

Il privilegio fiscale di Disney in Florida, durato più di mezzo secolo anni, è giunto alla sua fine. Il colosso dell’intrattenimento governava infatti indipendentemente da oltre 50 anni i suoi parchi divertimento. Uno Stato nello Stato di oltre 100'000 chilometri quadrati, con 25'000 dipendenti, parchi tematici e oltre 50 milioni di visitatori all'anno.

Questo contenuto è stato pubblicato il 22 aprile 2022 - 21:23
tvsvizzera.it/mrj

La revoca fa seguito alla decisione della casa madre di Topolino & co. di schierarsi contro una controversa legge dello Stato che limita nelle classi la discussione su identità di genere e orientamento sessuale (la cosiddetta “Don’t say gay”, entrata in vigore alla fine dello scorso mese di marzo).

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Disney perderà a partire dal 1. giugno 2023 lo status speciale che dal 1967 che le consentiva di autogovernarsi, riscuotendo le tasse e fornendo servizi di emergenza. Opponendosi alla legge, Disney aveva anche deciso di smettere di finanziare i candidati repubblicani (all’origine della legge), ma anche quelli democratici.

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