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Al via i test a Malpensa, ma solo per i lombardi

I passeggeri in provenienza da paesi a rischio hanno dovuto armarsi di pazienza prima di poter effettuare il tampone. Lapresse

Da giovedì chi atterra a Milano-Malpensa in provenienza da un paese a rischio deve sottoporsi al tampone. Una prassi prevista però solo per chi risiede in Lombardia o vi rimane per quattro giorni. 

Questo contenuto è stato pubblicato il 20 agosto 2020 - 21:16

Atterrate a Malpensa in provenienza dalla Croazia, dalla Spagna, dalla Grecia o da Malta? In virtù dell'ordinanza firmata dal ministro della salute Roberto Speranza, il tampone è obbligatorio. Da giovedì, nel principale scalo milanese sono operative otto postazioni per realizzare il test, aperte dalle 9 alle 18:30. Altre dieci sono in fase di allestimento all'esterno dell'aeroporto.

L'obiettivo - ha dichiarato Marco Trivelli, direttore generale dell'assessorato al Welfare della Regione Lombardia - è di riuscire a "fare 1'500/1'800 tamponi al giorno".

Per effettuare il tampone bisogna registrarsiLink esterno sul sito dell'Agenzia di tutela della salute (ATS) Insubria a partire da 48 ore prima dell'arrivo in Italia. L'esito del test sarà poi disponibile via mail o sms in
24/48 ore.

In caso di atterraggio prima o dopo le ore di apertura delle postazioni, i viaggiatori devono sottoporsi al test presso l'ATS di riferimento territoriale entro 48 ore dallo sbarco.

Solo per i lombardi

A potere accedere all'infrastruttura allestita nello scalo milanese sono però solo le persone che risiedono in Lombardia o che prevedono di rimanere nella regione nei quattro giorni seguenti.

A Malpensa i viaggiatori in arrivo dai Paesi considerati a rischio "sono dai 4'000 ai 7'000 al giorno ed è impossibile pensare che un solo punto prelievi li possa intercettare tutti - ha spiegato Marco Trivelli. Bisogna rivolgersi anche al territorio".

In altre parole, un piemontese non potrà fare il tampone a Malpensa ma dovrà rivolgersi all'Azienda sanitaria di riferimento del luogo in cui vive.

Il reportage da Malpensa della RSI:

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Una prassi che ha sollevato diverse critiche. "Non voglio credere che siano state date disposizioni per eseguire a Milano Malpensa i tamponi solo ai cittadini residenti in Lombardia - ha dichiarato l'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato. Se fosse vero sarebbe non solo grave, ma da un punto di vista di sanità pubblica, assolutamente deleterio. Se noi applicassimo la stessa regola non avremmo individuato stamani a Fiumicino una cittadina residente a Milano positiva asintomatica di rientro da Ibiza e che così avrebbe contribuito a una diffusione del virus lungo tutto il tragitto di rientro a Milano o in altri luoghi della Penisola".

In Svizzera obbligo di quarantena

La stessa procedura vale per un un cittadino svizzero che atterra nello scalo milanese e rientra nella Confederazione. In questo caso, la situazione è però un po' diversa: in Svizzera non vige un obbligo di tampone per chi rientra da uno Stato o una regione a rischio (qui la listaLink esterno aggiornata stilata dall'Ufficio federale della sanità pubblica), bensì un obbligo di quarantena di dieci giorni.

Vi è poi un altro aspetto perlomeno particolare: per chi rientra in Svizzera dalla Grecia o dalla Croazia, non è imposta nessuna quarantena. Né la Grecia né la Croazia, infatti, figurano sulla lista dei paesi a rischio.

tvsvizzera.it/mar con RSI (TG del 20.8.2020)

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