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Detenuti stranieri, una cinquantina di rimpatri ogni anno

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Questo contenuto è stato pubblicato il 24 febbraio 2017 - 20:42
tvsvizzera/spal con RSI (TG del 24.2.2017)

La Svizzera ha concluso accordi con una settantina di paesi per trasferire i detenuti nei loro paesi d’origine ma in concreto sono solo una cinquantina i condannati che ogni anno beneficiano di questa opportunità.

Spesso sono i Cantoni che si oppongono alla procedura per motivi di ordine pubblico. Il rimpatrio dei reclusi ha infatti indubbi vantaggi per la Confederazione. L’espiazione della pena nella madrepatria ha costi anche 10 volte inferiori a quelli svizzeri e contribuisce a risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri rossocrociate.

Ma alla fine la autorità cantonali sono assai vigili e severe nel concedere il rimpatrio. Ne sono un esempio i kosovari: 139 di loro sono attualmente “ospitati” nei penitenziari elvetici ma nessuno è ancora stato trasferito da quando è entrato in vigore l’accordo con Pristina tre anni fa.

Si vuole in sostanza scongiurare, soprattutto per i reati più gravi, che i condannati vengano rilasciati anticipatamente una volta giunti nel loro paese: la certezza della pena insomma prevale sempre su considerazioine di ordine economico-finanziario.

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