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Londra pensa a una stretta radicale sull’immigrazione

Il governo britannico starebbe valutando la possibilità di sopprimere la libera circolazione dei lavoratori subito dopo la sua uscita dall’Unione Europea nel marzo del 2019 e di limitare l’immigrazione ai lavoratori super-qualificati.

Questo contenuto è stato pubblicato il 06 settembre 2017 - 21:26
tvsvizzera.it/mar con RSI (TG del 6.9.2017)
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La proposta avanzata in precedenza dal ministro degli interni, Amber Rudd, che prevedeva di mantenere in vigore la libera circolazione durante un periodo transitorio di tre anni dopo la conclusione delle trattative sulla Brexit, sembra non essere più all’ordine del giorno.

Anzi, secondo il documento di 82 pagine del governo britannico svelato dal Guardian, Londra ha l’intenzione di chiudere immediatamente le porte ai lavoratori europei e di permettere l’arrivo nel Regno Unito solo di personale molto qualificato.

Per il premier Theresa May, intervenuta mercoledì alla Camera dei Comuni, la riduzione dell’immigrazione corrisponde a un desiderio dei britannici. “Globalmente, l’immigrazione ha avuto un impatto positivo per il Regno Unito. La gente vuole però un controllo. È quello che si aspetta da un’uscita dall’Unione Europea”. Secondo Theresa May, a fare le spese dell’immigrazione sono le classi meno abbienti.

Anche per i lavoratori dell’UE altamente qualificati sono previste restrizioni, in particolare per quanto concerne i ricongiungimenti familiari.

Il progetto ha suscitato numerose critiche. Il sindaco laburista di Londra, Sadiq Kahn, lo ha definito “un piano che rischia di soffocare l’economica della capitale con conseguenze catastrofiche”.

Sono insorte anche le imprese che contano proprio sui lavoratori non specializzati. Ian Wright, direttore generale della Food and Drink Federation (Fdf), che riunisce le aziende del settore alimentare, ha accusato l'esecutivo di non riconoscere il grande contributo degli europei all'economia del Regno. Mentre la National Farmers' Union, sindacato degli agricoltori britannici, afferma che i paletti proposti dal governo per l'assunzione degli stranieri rischiano di bloccare l'intera filiera alimentare del Paese.

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