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Un mondiale di calcio sudamericano

Un mondiale di calcio spalmato su tre paesi sudamericani: Argentina, Paraguay e Uruguay hanno infatti già individuato 12 città in grado di ospitare le partite della fase finale della Coppa del mondo di calcio del centenario, in programma nel 2030. 

Questo contenuto è stato pubblicato il 16 aprile 2018 - 11:10
tvsvizzera.it/fra con RSI
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La Federcalcio argentina ha reso noto che due città ciascuno andrebbero a Uruguay e Paraguay, otto ricadrebbero invece nel territorio argentino. I nomi, però, al momento restano top secret. Resta l'intenzione di un'offerta congiunta dei tre Paesi. 

L'edizione 2030 dei Mondiali di calcio sarà a 48 squadre e per l'Uruguay in particolare sarebbe un bell'anniversario, visto che ospitò nel 1930 la prima edizione del torneo (vincendolo peraltro in finale contro l'Argentina), che allora prendeva il nome di Coppa Jules Rimet, in omaggio al presidente della Fifa di quel tempo. 

Messi "ambasciatore"

Funzionari della Federcalcio argentina hanno dichiarato di avere incontrato il capitano della Nazionale, Leo Messi, durante un recente viaggio in Spagna. "Abbiamo trovato Messi disposto ad aiutarci a diffondere il messaggio che i tre Paesi posseggono le caratteristiche per organizzare la Coppa del mondo", spiega il segretario sportivo argentino Carlos Mac Disse Allister. "È molto importante per noi avere il supporto dei giocatori, perché loro sono completamente staccati da qualsiasi connotazione politica", ha aggiunto.

Messi e l'attaccante uruguayano Luis Suarez, suo compagno nel Barcellona, hanno già pubblicamente sostenuto il piano. Durante la recente amichevole Argentina-Spagna, Messi avrebbe dovuto indossare un braccialetto che recitava '2030 insieme', ma non ha potuto scendere in campo a causa di un infortunio. Il braccialetto è stato indossato, invece, da Javier Mascherano. 

Finora, i co-organizzatori non hanno rivelato a quanto ammonterebbero i costi di organizzazione del torneo. "Oggi non possiamo dire quali saranno i costi finali per ciascun Paese, ma non possono essere riconducibili solo alla realizzazione di infrastrutture - ha dichiarato il segretario sportivo uruguayano Fernando Caceres -. C'è una misura immateriale dei ricavi. Un paese, ospitando un evento di tale importanza, guadagna in coesistenza, integrazione, identità e costruzione della cittadinanza"

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