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Due nuovi calchi ci raccontano le ultime ore di Pompei

I calchi del ricco uomo e del suo schiavo rinvenuti a Pompei. Keystone

Una nuova scoperta archeologica ha fatto tornare d'attualità la tragedia che si consumò nel 79 d.C. ai piedi del Vesuvio.

Questo contenuto è stato pubblicato il 16 dicembre 2020 - 10:11
tvsvizzera/ats/spal con RSI (TG del 16.12.2020)

Due uomini, un quarantenne appartenente a un ceto elevato, avvolto in un mantello di lana e il suo giovane schiavo in tunica, con le ossa già provate da anni di durissimo lavoro sono stati rinvenuti nel parco archeologico di Pompei.

Per il direttore del parco archeologico Massimo Osanna si tratta di una "scoperta assolutamente eccezionale", anche perché "per la prima volta dopo più di 150 anni è stato possibile realizzare i calchi perfettamente riusciti delle vittime e delle cose che avevano con sé nell'attimo in cui sono stati investiti e uccisi dai vapori bollenti dell'eruzione".

I resti dei due uomini antichi sono stati individuati nel corso degli scavi alla villa suburbana a Civita Giuliana, ubicata a 700 metri da Pompei, dove erano già state rinvenute le vestigia di tre cavalli di razza e un muro affrescato con il graffito del nome della piccola Mummia, la bimba che potrebbe essere stata la figlia dei proprietari di quella tenuta.

Grazie alle raffinate tecniche attuali vengono evidenziati anche i dettagli dei due calchi, come le vene pulsanti delle mani contratte dal dolore o i raffinati vestiari delle vittime. Il prosieguo dei lavori palla villa romana potranno dirci qualcosa di più degli ultimi tragici istanti della comunità spazzata via dal Vesuvio.

"Con buona approssimazione - spiega il direttore Massimo Osanna - deve essere avvenuto nelle prima mattinata del secondo giorno dell'eruzione", intorno alle 9 del mattino del 25 ottobre di quel terribile 79 d.C., quando sulla cittadina antica si rovesciò la seconda nube piroplastica, un vento di morte che non lasciò scampo a nessuno.

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