Berna ipotizza di dare un altro miliardo all’Ue
I rapporti tra Svizzera e Unione europea hanno monopolizzato la seduta odierna del governo federale che sta affinando la sua strategia in vista dell’arrivo a Berna, il prossimo 23 novembre, del presidente della Commissione Ue Jean-Claude Junker.
In particolare è stato oggetto di discussione il cosiddetto miliardo di coesione, l’importo che la Confederazione potrebbe versare alle casse europee per ridurre le disparità tra gli Stati membri.
Ma sull’orientamento dei consiglieri federali al riguardo non è trapelato nulla anche perché la questione è oggetto di una serrata trattativa con l’Ue e investe l’insieme delle relazioni tra Berna e Bruxelles.
La Svizzera, che nel recente passato ha contribuito finanziariamente all’integrazione nell’Unione dei paesi dell’Est per un totale 1,3 miliardi di franchi, non è infatti tenuta a versare nuovi aiuti ma indubbiamente un suo nuovo impegno in materia sarebbe ben visto nelle cancellerie del Vecchio Continente.
Soprattutto in questa fase delicata dei rapporti con Bruxelles, che vuole un accordo quadro con cui le norme europee vengano recepite in modo più agile nell’ordinamento elvetico poiché, dal suo punto di vista, non è possibile che ogni novità legislativa sia oggetto di trattativa con Berna. E soprattutto è ritenuto indispensabile per l'accesso al mercato unico.
Ma il governo federale, che deve far fronte a una crescente opposizione interna nei confronti dell’Ue, non vuole cedere segmenti di sovranità e soprattutto è contrario alla proposta secondo la quale sia la Corte di giustizia europea ad avere l’ultima parola in caso di contenziosi tra la Confederazione e l’Unione.
Per questo motivo è ipotizzabile che il miliardo di coesione possa essere messo sul tavolo dal Consiglio federale per spuntare condizioni più favorevoli nelle complicate trattative che lo vede opposto ai dirigenti europei.
Tra una settimana comunque se ne potrà sapere di più sulla strategia che sarà adottata dai sette consiglieri federali e sull’accoglimento delle loro proposte da parte di Jean-Claude Junker.
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