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La pandemia aggrava il fenomeno della povertà

Una delle immagini emblematiche della crisi provocata dal coronavirus: delle persone fanno la fila davanti allo stadio del ghiaccio di Les Vernets, a Ginevra, per ricevere degli aiuti alimentari. Keystone / Salvatore Di Nolfi

In una situazione di crisi sono sempre i più deboli della società ad avere la peggio, sottolinea Caritas Svizzera, che chiede a Confederazione e Cantoni di predisporre misure per attenuare l'impatto della pandemia sulla popolazione più povera.

Questo contenuto è stato pubblicato il 30 novembre 2020 - 13:04

Prima dello scoppio della pandemia di coronavirus, in Svizzera vi erano 660'000 persone colpite dalla povertàLink esterno, pari al 7,9% della popolazione.

Nel 2018 la soglia di povertà si collocava in media ai 2'286 franchi al mese per una persona sola e a 3'968 franchi al mese per un'economia domestica composta da due adulti e due bambini di meno di 14 anni.

Fonte: Ufficio federale di statistica

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La crisi ha aggravato la situazione, sottolinea lunedì Caritas. Ad esempio, molti lavori accessori, "diventati sempre più necessari per molte famiglie per arrivare alla fine del mese", durante la crisi del coronavirus sono quelli che sono stati "tagliati per primi".

"Sin dall'inizio della pandemia - constata l'organizzazione umanitaria - è notevolmente aumentato il numero delle persone in difficoltà che si sono rivolte a Caritas per chiedere un aiuto". I centri di consulenza sono stati presi d'assalto e negli ultimi mesi il numero delle richieste d'informazione è raddoppiato.

Ad essere particolarmente colpite dalla crisi sono famiglie con figli minorenni e monoparentali. Inoltre, nella Svizzera romanda la pandemia ha portato alla luce le drammatiche condizioni di vita dei numerosi 'sans papiers'.

Un cerotto

In quella che è stata la più grande iniziativa di sostegno mai attuata in Svizzera, l'organizzazione umanitaria ha finora fornito un aiuto complessivo pari a 12,2 milioni di franchi, di cui 9,7 provenienti dalla raccolta fondi organizzata dalla Catena della Solidarietà. 

In particolare, Caritas ha sostenuto tramite aiuti finanziari diretti circa 14'000 persone in difficoltà, distribuito 31'000 buoni spesa, consegnato 500'000 mascherine e assistito nei suoi centri di consulenza oltre 10'000 persone.

Tuttavia, questi aiuti rappresentano solo un cerotto su un'ampia ferita. Per questa ragione, Caritas chiede a Confederazione e Cantoni di attuare delle misure a favore di quella parte di popolazione particolarmente colpita dalla crisi.

Nuovi aiuti

L'organizzazione domanda in particolare che venga introdotto un sistema di pagamenti diretti basato sul sistema delle prestazioni complementari (degli aiuti previsti quando il reddito e le rendite non riescono a coprire il fabbisogno della persona). Per venire in aiuto alle persone nel bisogno, sarebbero necessari circa 500 milioni di franchi, ha precisato il direttore di Caritas Hugo Fasel. 

Inoltre, Caritas chiede che l'indennità per il lavoro ridotto per le persone in situazioni precarie sia aumentata al 100%. Il sistema attuale prevede infatti che solo l'80% del salario sia garantito.

Infine, i fondi per la riduzione dei premi delle casse malati - una della più importanti voci di spesa per chi vive in Svizzera - dovrebbero essere aumentati di almeno il 50% nei prossimi due anni.

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tvsvizzera.it/mar con RSI (TG del 30.11.2020)

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