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Perché la Svizzera non è la più veloce a vaccinare

La sala d'attesa di un centro di vaccinazione a Oerlikon. Keystone / Alexandra Wey

A un anno dal primo lockdown nazionale in Svizzera -introdotto il 16 marzo 2020- ci si chiede come mai uno dei Paesi più ricchi al mondo -ironia della sorte, sede di multinazionali farmaceutiche- non sia tra i più avanzati nella strategia di vaccinazione contro il Covid-19. La Radiotelevisione svizzera RSI lo ha chiesto a un esperto di infrastrutture e mercati.

Questo contenuto è stato pubblicato il 17 marzo 2021 - 09:00

Jürg Müller è responsabile del relativo settore di ricerca presso Avenir Suisse, un laboratorio di idee (think tank) vicino agli ambienti economici.

Rileva come la crisi del coronavirus abbia portato alla luce delle lacune, specie a livello di competenze nell'amministrazione ma anche nella capacità di sfruttare quelle presenti nell'economia privata. Inoltre, secondo Jürg, è venuta meno una forma di ambizione.

Che cosa intende? Quanto costa, in termini di ripercussioni economiche, la lentezza della campagna vaccinale? Cosa si può imparare da questa crisi, per affrontare meglio la prossima?

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Nel servizio RSI, una breve rievocazione del primo lockdown e l'intervista a Jürg Müller.


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tvsvizzera.it/ri con RSI (TG del 16.03.2021)

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