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Cooperazione di polizia e doganale, un anno intenso

Sono 7740 i casi trattati nel 2015 dal Centro che riunisce forze dell'ordine di Italia e Svizzera, ora attivo anche nella repressione dei passatori

Questo contenuto è stato pubblicato il 17 marzo 2016 - 20:39

Il Centro di cooperazione di polizia e doganale (CCPD) di Chiasso ha trattato lo scorso anno 7'740 dossier, 600 in più rispetto al 2014.

Come si legge nel rapporto della struttura transfrontaliera, il Centro ha creato in settembre un gruppo incaricato di indagare sui passatori e facilitare lo scambio di informazioni per arginare il fenomeno.

Un fronte che si aggiunge ai tradizionali campi di attività, come la collaborazione in caso di truffe, furti e infrazioni stradali.

Le richieste di intervento per rapine, frequenti nel Mendrisiotto, sono passate da 81 a 103. I controlli di identità su richiesta delle Guardie di confine sono quasi raddoppiati, da 325 a 602.

Il rapporto rileva invece che i temuti problemi di ordine pubblico e reati legati a Expo 2015 lungo la fascia di confine non si sono presentati.

Nel servizio, le considerazioni del coordinatore svizzero del CCPD, Christophe Cerinotti, e del comandante delle guardie di confine Regione IV, Mauro Antonini.

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