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Non c'è pace per Michael Jackson a dieci anni dalla morte

Accuse di pedofilia per il re del pop morto dieci anni fa. Presentato in anteprima al Sundance Film Festival di quest'anno, il docufilm "Leaving Neverland" è prodotto e diretto dal regista britannico Dan Reed e si concentra sulle accuse contro Michael Jackson.

Questo contenuto è stato pubblicato il 08 aprile 2019 - 13:15
tvsvizzera.it/fra con RSI
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"Leaving Neverland" ha suscitato scalpore in tutto il mondo e varie conseguenze. Alcune emittenti radio in Canada e in Nuova Zelanda ad esempio hanno messo al bando la musica di Jackson, mentre i Simpson hanno ritirato dalla distribuzione un episodio iconico del cartone animato in cui il cantante dava la voce a un personaggio. 

Documentario

"Leaving Neverland" è la storia di due bambini, James Safechuck, 10 anni, e Wade Robson, 7 anni, entrambi diventati amici di Jackson, affascinati, come le rispettive famiglie, dalla fiabesca vita del cantante all'apice del successo planetario. Attraverso le interviste agli ormai trentenni Safechuck e Robson e ai loro familiari, il documentario svela gli abusi subiti negli anni, che hanno portato entrambi gli uomini a confrontarsi con i loro traumi a distanza di tempo, non solo come adulti ma anche come genitori.  

Il film è stato proiettato in anteprima all'ultimo Sundance Film Festival e trasmesso in America da HBO e in Inghilterra da Channel 4. Il documentario mette in discussione l'immaginario collettivo e vuole "rompere il silenzio", anche quando è coinvolta una figura potente e venerata come nel caso di Michael Jackson. 

Contro documentario

I nipoti di Michael Jackson rispondono con un contro documentario nel quale raccolgono testimonianze a difesa del re del pop per respingere le accuse di abusi sessuali contro minori.

La famiglia di Michael si è affidata ad un filmato della durata di trenta minuti, pubblicato su YouTube. Si intitola 'Neverland Firsthand: Investigating the Michael Jackson Documentary'. Con la partecipazione del giornalista australiano Liam McEwan (che è anche il produttore), contiene interviste a Taj e Brandi Jackson, nipoti del musicista scomparso nel 2009.

Il documentario ripercorre le vicende processuali della star, che è sempre uscita assolta dalle accuse, e propone una lettura diversa delle vicende che hanno sollevato tanto scalpore mettendo in discussione la figura dell'artista e a rischio la sua eredità musicale.

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