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"Frontalierato del crimine", una condanna

Un 26enne del Varesotto è stato condannato per aver collaborato con un gruppo responsabile di rapine in Svizzera e Italia. Il giovane aveva il compito di andare in avanscoperta per verificare se i valichi di frontiera fossero presidiati. 

Questo contenuto è stato pubblicato il 03 novembre 2017 - 19:45
tvsvizzera.it/Zz con RSI (Quotidiano del 03.11.2017)
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“Un'impresa generale a delinquere nel frontalierato del crimine".  Ha definito così il procuratore pubblico ticinese Antonio Perugini l'attività del gruppo di rapinatori di cui era complice il 26enne del Varesotto condannato venerdì alle assise criminali di Lugano a 18 mesi di pena detentiva sospesa per due anni e l’espulsione dalla Svizzera per 10 anni.

Il compito dell’uomo era andare in avanscoperta in Svizzera, controllare che i valichi di frontiera non fossero presidiati e poi tornare a riferirlo alla banda in Italia. Un “lavoro” che gli ha fruttato 300 euro. 

Il gruppo è noto in Italia e ha precedenti penali nei due paesi. Oltre a vari tentativi andati a vuoti, lo scorso marzo a Ligornetto avevano messo a segno un colpo presso una stazione di servizio di Ligornetto, minacciando due commesse e rubando circa 10'000 euro. 

L'esecutore materiale delle rapine comparirà presto alla Corte delle assise criminali. Le menti della banda, invece, che non mettevano piede in Svizzera a causa dei loro precedenti, sono state arrestate in Italia.

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